Cesenatico, è morto Tinin Mantegazza

L’artista milanese trapiantato in riviera si è spento all’età di 89 anni. Era stato ricoverato al Bufalini per un malore

Tinin Mantegazza sul porto canale di Cesenatico

Tinin Mantegazza sul porto canale di Cesenatico

Cesenatico (Cesena), 1 giugno 2020 - Tinin Mantegazza è morto ieri all’età di 89 anni. Il poliedrico e noto artista di origini milanesi, che dagli anni ’90 aveva deciso di vivere a Cesenatico, si è spento all’ospedale Bufalini di Cesena, dove era stato ricoverato per un malore. Con la sua morte si spegne la vita di un uomo fortemente legato alla Romagna, ma sempre di profilo maiuscolo.

Quello tra Mantegazza e la Romagna del resto è stato un amore forte, nato sessant’anni fa. È stato giornalista, scrittore, sceneggiatore, pittore e narratore, autore di fiabe e trasmissioni radiofoniche e televisive e per diciotto anni ha lavorato nella redazione televisiva di Enzo Biagi. La sua carriera iniziò negli anni ‘50 quando cominciò a lavorare al quotidiano "La Notte" dove pubblicava dei disegni ed in seguito venne assunto al Giorno. Nel 1964 fondò a Milano il locale "Cab 4", senza una lira, con Bruno Lauzi _ raccontò lo stesso Mantegazza_, che dovette anticipare i soldi per costruire i servizi igienici. A fianco di Tinin c’era già la moglie Velia e artisti che fecero poi la storia del teatro, della canzone e della tv, come la moglie Velia, appunto Lauzi, Cochi e Renato e tanti altri che sarebbero diventati famosi, come Paolo Poli, Enzo Jannacci e Giorgio Gaber. Ma in quegli anni c’era già un doppio filo tra Milano e Cesenatico, tant’è che Mantegazza faceva parte della "Dolce Vita Romagnola", creata da Primo Grassi proprio a Cesenatico, che negli anni ’60 divenne famosa in tutta Europa come località turistica frequentata da vip, personaggi, attori, cantanti e artisti. Fu un periodo d’oro, dal punto di vista del fermento culturale, della passione politica, del turismo e delle cose da inventare. Ad esempio a Cesenatico c’è il Presepe della Marineria che è una rappresentazione unica al mondo e risulta essere uno dei dieci soggetti più fotografati d’Italia. Ebbene il presepe galleggiante allestito sulle vecchie barche del museo galleggiante, venne per la prima volta realizzato nel 1986, ad opera degli artisti Maurizio Bertoni e Mino Savadori su un progetto di Tinin Mantegazza e da un’idea dello storico albergatore Guerrino Gardini. Sempre a Cesenatico negli anni ’90 Tinin seguì anche il Teatro Comunale, assieme al giornalista e amico Walter Guagneli. Nei primi anni 2000 Mantegazza venne eletto consigliere provinciale del Pdci a Forlì-Cesena.

In televisione sono molteplici i successi collezionati dall’artista e tra le invenzioni spicca quella del pupazzo "Dodò" della trasmissione Rai "L’albero azzurro" che tuttora va in onda. Nel febbraio del 2019, in occasione dell’88esimo compleanno, la Romagna omaggiò Tinin Mantegazza al Museo della Marineria di Cesenatico, dove venne presentato il suo ultimo libro di racconti dal titolo "Restituiamo Roma al Vaticano (con tante scuse)", davanti a una platea di oltre duecento persone, tra cui attori, musicisti, letterati e autorità. In quella giornata di festa, sorpreso dalla grande testimonianza d’affetto della città, Tinin disse cosa pensava di Cesenatico e della sua gente: "Qui l’arte c’è, ma la nascondono e fanno finta di essere ristoratori, cosa che gli riesce bene. Ci sono dinastie di musicisti e artisti, non solo persone che affittano ombrelloni in spiaggia o camere d’albergo. A Cesenatico si possono fare delle belle cose, io sono venuto qui per questo, anche se sono pigro". Il sindaco della città Matteo Gozzoli ha voluto così ricordare il personaggio: "Perdiamo un artista unico e in grado di trasmettere tanto anche in valori. Tuttavia voglio ricordare Tinin con un sorriso e il ricordo della sua ‘vela di luce’ che siamo riusciti a riaccendere e si illuminerà sul porto di Cesenatico ad ogni calar del sole".