ERMANNO PASOLINI
Cronaca

Tintoni in viaggio nella lunga storia di Fiumicino

L’autore presenterà il suo ultimo libro venerdì nel teatro parrocchiale di San Mauro Pascoli.

Tintoni in viaggio nella lunga storia di Fiumicino

Venerdì 13 ottobre alle 20.45 nel teatrino parrocchiale di San Mauro Pascoli verrà presentato il libro "I racconti di Fiumicino", 243 pagine, 150 fotografie, scritto da Idalgo Tintoni, 74 anni ,che ha trascorso i primi 26 anni della sua vita a Fiumicino frazione di Savignano sul Rubicone e poi si è trasferito a San Mauro Pascoli dove vive con la moglie. Idalgo Tintoni, docente di scienze matematiche nella scuola media, è amante nostalgico della propria terra, degli usi, costumi e tradizioni romagnole, delle proprie origini fiumicinesi e del dialetto che parlava in casa e usa ancora con gli amici. Idalgo Tintoni è al suo secondo libro dopo "Il cassetto dei ricordi" del 2012. Nell’ottica della conoscenza e della tutela del patrimonio culturale, che non è costituito solo da monumenti e oggetti, ma anche da linguaggi, modi di dire, feste, riti e tradizioni, "I racconti di Fiumicino" narra delle frazione: il santuario, il ponte in pietra, il Rubicone, Zaclen, il quadro della Vergine e il suo restauro, le processioni del 31 maggio. Venerdì conTintoni ci saranno i racconti dei Fiumicinesi "Proima de Frount", (prima del fronte) con i loro soprannomi: Aldo Trevisani (dla Marcela). Gianni e Paolo Ridolfi (Cocc), Federico Ricci (Bafo), Francesco Tintoni (Cecc), Marisa Zamagni, Maria Caprili, Oscar, Viviana Tintoni, Anna Maria Botticelli (Zoffoli), Giovannino Zavalloni (Baragoz), Eligio e Federico Trevisani, Duilio Stacchini (Muntaner), Sermide Rossi, Luigi Sarpieri (Gigein de’ Rof), Vittorio Tosi (dla Catereina). Poi la lettura di tre diari che sono nel libro: "Prigionia" di Antonio Bonavita, "Passaggio del fronte" di Sergio Bonavita e "Amarcord" di Maria Giuseppina Sarpieri.

L’autore trasferisce, in una dettagliatissima rassegna memorialistica, un curato resoconto geo-storico su Fiumicino, i suoi abitanti e il territorio circostante. Il focus si concentra subito su un monumento, un luogo di culto animato dalla fervida devozione di generazioni di fiumicinesi, il Santuario della Beata Vergine delle Grazie. Dice Idalgo Tintoni: "Il filo conduttore è rappresentato da un nitido realismo, evidente, soprattutto, nella capacità di mettere in luce i tanti punti di contatto tra la storia locale e quella nazionale, sublimati nella narrazione e nella descrizione dell’impatto che la guerra, i bombardamenti e l’occupazione tedesca hanno avuto sui luoghi e sulla popolazione. Anche in questo caso, risulta particolarmente efficace la scelta di affidare alla voce degli abitanti il ricordo, limpido e tremendo, degli anni del conflitto, mitigato, poi, da altri, più concilianti, legati alle feste, alle celebrazioni, agli allegri ritrovi negli spazi comuni, al lavoro nei campi".