REDAZIONE CESENA

"Tornare al nucleare? I tempi sono maturi"

Il fisico Franco Casali: "L’opinione pubblica sta cambiando, la crisi energetica impone scelte razionali, senza pregiudizi"

di Elide Giordani

"Il nucleare è una scelta etica e indifferibile". Il giudizio del professor Franco Casali non prende le mosse dall’attuale crisi energetica. E’ dal 1960 che con argomenti scientifici cerca di spiegare perché la paura dell’energia atomica sia in larghissima parte immotivata. Franco Casali (della famiglia dei ristoratori più famosi in città), classe 1937, lunghissimo e prestigioso curriculum di fisico nelle grandi strutture di ricerca in Italia e all’estero, ne ha fatto anche il titolo di una delle sue oltre cento pubblicazione scientifiche.

L’ultima (che verrà presentata l’11 novembre nell’ambito della lezione dell’Università della terza Età) non si discosta di molto, si intitola infatti "La sfida dell’energia. Le fonti, le tecnologie, il nucleare".

Professor Casali, lei non si arrende nonostante che gli italiani, nel 1987, abbiano detto no al nucleare con un referendum.

"Dopo 50 anni di divulgazione pensavo di arrendermi ma oggi le cose sono cambiate e l’approvvigionamento di energia è in cima ai problemi. Il risultato di un sondaggio del 2021 condotto da SWG dimostra, peraltro, che il 56 per cento degli italiani parrebbe favorevole al nucleare. Credo che si possa essere ottimisti".

Quali sono i segnali di ottimismo?

"L’ex ministro Cingolani, scienziato di valore e oggi consulente per l’energia del Governo Meloni, ha tenuto una porta socchiusa per l’avvio di reattori SMR in Italia. Un aiuto a superare molti pregiudizi verrà della volontà di de-carbonizzare alcuni settori dell’economia e dal recente forte aumento del prezzo dei combustibili fossili, in particolare del gas naturale, soprattutto per Paesi come il nostro che, nonostante ne possieda notevoli quantità in Adriatico, fino ad ora ha preferito non estrarlo e comprarlo all’estero. Prima della crisi energetica l’Europa spendeva più di 350 miliardi di euro all’anno per l’acquisto di petrolio e gas e i prezzi sono in crescita. Non c’è da stupirsi se si sta ripensando su larga scala a un utilizzo più intenso dell’energia elettronucleare". Perche fino ad ora non c’è stata maggiore disponibilità verso il nucleare?

"Perché gli enti che si occupano di energia col nucleare non mangiano abbastanza, meglio investire sul gas e sul petrolio". E il problema delle scorie come si risolve?

"Ogni forma di energia produce scorie e i rifiuti non provengono solo dalle centrali ma anche da attività sanitarie. Si pensi che una persona che sfrutti l’energia nucleare per una vita non produrrà scorie per più di una quantità contenibile in una lattina di Coca Cola. Ci sono studi molto avanzati che prevedono l’inglobamento dei rifiuti in matrici vetrose collocate in cilindri d’acciaio schermati con cemento collocati poi in giacimenti di salgemma o a 6 mila metri in fondo al mare, dove penetrano per decine di metri".

Non sarebbe meglio sfruttare l’energia solare e le fonti rinnovabili?

"Ma l’energia solare ha pessimi difetti: è diffusa nel mondo in modo irregolare, è difficilissima da intrappolare per essere usata a piacimento. Tutti lo sanno, e allora ci si chiede perché tanti credono che col sole o col vento si possa fare tutto? Le fonti rinnovabili sono preziose, e l’Italia è tra i Paesi che hanno fatto di più in Europa per sfruttarle, si potrà ancora incrementare il loro utilizzo, ma non all’infinito, anche perché bisogna tener conto della continuità di fornitura elettrica richiesta da certe tipologie civili o industriali".