Tristezza dei dipendenti: "Qui siamo una famiglia"

Forte il legame con la nipote di Francesco, in prima linea sui progetti sportivi, ma anche per le iniziative di welfare aziendale. "E ora? Ne vedremo delle belle"

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di Luca Ravaglia

Per i lavoratori dell’azienda è stato – quasi – un fulmine a ciel sereno. Nelle ultime ore il licenziamento di Francesca Amadori è l’argomento principale di conversazione tra il personale dei vari reparti. Molti dei quali si sono sentiti spaesati dalla notizia: "Lavoriamo in quella che abbiamo ritenuto una ‘grande famiglia’ e per questo la decisione del licenziamento della nipote del fondatore ci ha colpito in maniera particolarmente forte. In passato avevamo sentito di qualche ‘scaramuccia’ interna della quale però non conosciamo l’entità, perché nei reparti arrivano le voci, non i dettagli… In ogni caso di certo non ci aspettavamo un epilogo del genere".

‘Epilogo’ è una delle parole attorno alle quali ruota la discussione. Perché in effetti c’è anche chi pensa che la partita non sia finita qui: "Sono certo che ci saranno nuovi sviluppi. D’altra parte Francesca ha lei stessa dichiarato di essere pronta a far valere le sue ragioni ed evidentemente crede di avere qualcosa da dire".

Al momento dalla direzione aziendale non sono arrivate comunicazioni ufficiali: "La notizia la abbiamo letta per la prima volta sul ‘Carlino’ e da allora non sono seguiti annunci o anche solo note informative firmate dal gruppo. Speriamo che non ci siano ripercussioni sull’ambito lavorativo e per questo riteniamo importante conoscere subito l’esatto quadro della situazione".

L’azienda Amadori offre un impiego a migliaia di persone, lo zoccolo duro delle quali è originaria del borgo di San Vittore, storica sede dello stabilimento: "Il legame col territorio si traduce in un importante punto di riferimento per tante famiglie e a proposito di famiglie, Francesca ndenti. Non è un dettaglio, anzi".

Poi c’è lo sport, il podismo in particolare, a partire dalla corsa che ogni anno anima la frazione con partenza e arrivo davanti allo stabilimento e dai ‘Peopoll Runner’, i corridori griffati Amadori che, maglietta rossa addosso, hanno caratterizzato le ultime edizioni: "Non è tanto il gesto in sé – è la chiusura di uno di chi quella maglietta è solito indossarla – ma quello che rappresenta: la voglia di creare un clima coeso tra noi lavoratori, diffondendo anche i valori dei corretti stili di vita".

Il via è la domenica mattina, presto. "Lei c’è sempre stata. Per la foto ricordo, per i premi da consegnare sul podio e per i saluti al microfono. La ‘famiglia Amadori’ è uno slogan mandato a memoria. Ora non vale più?".