"Troppi stranieri, meglio cambiare scuola"

Il padre di due bambini che hanno frequentato la prima elementare della Carducci contesta la composizione delle classi

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di Luca Ravaglia

"A scuola, ostentare accoglienza a tutti i costi, può portare a risultati disastrosi".

E’ lo sfogo di un babbo di due bambini che hanno frequentato (per quello che è stato possibile prima dello scoppio dell’emergenza coronavirus) la prima elementare alla scuola Carducci. E che ora si trasferiranno altrove. Il motivo? Troppi stranieri come compagni di classe.

"Ho dovuto spostare i miei figli in un’altra scuola - lamenta il genitore - per via della non uniformità del numero di stranieri, dal momento che la mia bimba era stata inserita in una sezione con 15 stranieri e 4 italiani".

La lettera continua con la considerazione che in vista del nuovo anno scolastico, tre bambini italiani (compresa la figlia di chi ha segnalato il caso) lasceranno quella sezione, che in pratica diventerà dunque frequentata solo da alunni stranieri.

"Mi sentivo in dovere di denunciare questa situazione assurda - continua il genitore -: ritengo che ostentare accoglienza a tutti i costi, soprattutto in questa scuola (dove il tema era emerso anche qualche anno fa, ndr) può dare risultati disastrosi. Ho esposto il mio pensiero anche al dirigente scolastico, senza ottenere risposte".

Il dirigente è Enrico Flamigni: "Avevamo affrontato la questione con un gruppo di genitori alla fine del primo quadrimestre - spiega - rimanendo d’accordo di tornare sull’argomento a conclusione dell’anno scolastico. Ovviamente il coronavirus ha stravolto tutto: quando in estate abbiamo contattato la famiglia, la loro decisione era presa. E’ sempre un peccato veder andare via dei bambini, soprattutto per ragioni come queste. La situazione è chiaramente complessa, ma la nostra attenzione è altissima. Il livello di formazione garantito da questa scuola non può essere messo in discussione, lo dimostrano i fatti, confermati anno dopo anno".

L’intento del dirigente era quello di ‘rimescolare’ le due sezioni, avviando una serie di progetti comuni che permettessero di svolgere lezioni a classe aperta, opzione resa impraticabile dalla pandemia.

"Investiremo moltissimo su quel gruppo e sul team di insegnanti che lo guiderà. Abbiamo avviato specifici percorsi di formazione per i docenti, utilizzeremo mediatori culturali e pure uno psicologo: dai primi mesi di scuola erano più che altro emerse criticità relative a disabilità o a comportamenti ancora da ’inquadrare’. Riguardo alle nuove iscrizioni, facciamo i conti col calo demografico, ma ci manteniamo in media. Per di più lo scorso anno abbiamo avviato una sezione di asilo nido che tra due anni confluirà nella materna: il problema non è il numero degli stranieri, ma l’esodo degli italiani. Lavoriamo per invertire la rotta".