Turismo, in Riviera si respira aria di ripresa

Nei ristoranti le prenotazioni per Natale San Silvestro crescono, buon andamento anche negli alberghi: "Ma i consumi si sono ridotti"

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di Giacomo Mascellani

Sono caldi i telefoni degli alberghi e dei ristoranti in riviera, anche se non come nei primi giorni di dicembre e ci sono alcune disdette. Nonostante il delicato momento dovuto all’emergenza sanitaria, c’è tanta voglia di trascorrere il Natale al mare, festeggiare il capodanno sul porto canale, fare una mini vacanza e lasciarsi coccolare ai tavoli dei ristoranti tipici. Per le festività di fine e inizio anno a Cesenatico saranno aperti cinquanta fra hotel, residence e bed & breakfast. Alle trenta strutture ricettive aperte tutto l’anno, se ne sono aggiunte altre venti.

I vacanzieri invernali al mare sono italiani e provengono soprattutto dalle regioni del centro e del nord, mentre mancheranno gli stranieri per effetto delle restrizioni dovute sempre ai contagi. Dall’ufficio Iat di viale Roma confermano le richieste di informazione: "Il telefono squilla anche se le richieste negli ultimi giorni si sono un po’ raffreddate per gli alberghi, mentre ci sono tante telefonate sugli eventi e le attività culturali, anche in virtù del fatto che sinora Cesenatico ha confermato il Capodanno sul porto ".

Fabrizio Albertini, presidente di Asshotel Emilia Romagna, fotografa una situazione cambiata nei rapporti fra albergatori e clienti: "Gli hotel hanno ricevuto prenotazioni, anche se negli ultimi giorni sono diminuite. Qualcuno ha deciso di non aprire per i timori di chiusure all’ultimo momento, mentre molti turisti fanno richieste esplorative; dal canto nostro diamo la possibilità di poter cancellare la prenotazione senza costi e non chiediamo la caparra. C’è voglia di tornare alla normalità e di vivere anche gli eventi. Gli hotel aperti tutto l’anno sono strutturati , mentre per gli stagionali si sono difficoltà a riaprire, in quanto un hotel di medie dimensioni ha spese fisse di oltre 10mila euro per le pulizie straordinarie, il riscaldamento che costa il triplo e le difficoltà a reperire personale della zona".

A Natale e Capodanno i ristoranti sono gettonati e Claudio Della Pasqua dell’associazione Arice Confesercenti, descrive un periodo moderatamente favorevole: "Si respira una buona atmosfera, anche se il clima nei giorni scorsi si è fatto più pesante. Non ci sono le restrizioni dello scorso anno, ma la clientela è molto attenta e ancora non si rivedrà comunque un capodanno pre Covid anche per la disponibilità spesa, che è legata anche all’incertezza fra zona bianca e zona gialla. Con l’emergenza c’è infatti una divisione maggiore fra le persone abbienti che possono permettersi un cenone e altre che devono rinunciare. Del resto c’è una contrazione dei consumi perché le famiglie medie hanno meno soldi e più spese. Noi comunque ne verremo fuori, perché c’è un clima di fiducia e la maggioranza dei ristoranti lavorerà, ma con delle differenze sostanziali in relazione alle zone, perché il porto canale traina, mentre le zone più decentrate decisamente meno".

Monica Rossi, presidente dell’associazione di ristoratori Arte Confcommercio e dell’associazione Carducci Live che raggruppa i locali del lungomare , è soddisfatta dell’andamento, ma vede tanta titubanza: "Le prenotazioni sono andate bene sino ad una settimana fa, ma negli ultimi giorni sono diminuite. Le ultime disposizioni del Governo portano delle disdette, anche se Natale e capodanno molti lavoreranno bene ugualmente, perché c’è chi aveva delle liste attesa. Percepiamo che l’obbligo dei tamponi ai vaccinati abbia fatto cambiare il vento e la gente aspetta sino alla fine, per confermare o meno la prenotazione. Ci sono preoccupazioni legate alle incertezze, anche perché c’è molta confusione e tanta gente fatica a comprendere che quest’anno si potrà fare il cenone comunque, perché fra zona bianca e zona gialla cambia poco. Sui green pass il pubblico è maturo, la maggior parte dei clienti oggi esige i controlli e apprezza il rispetto delle regole e la correttezza".