Umiltà e sacrificio, ma il lavoro va sempre pagato

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Caro lettore,

confesso che anch’io ne ho abbastanza di queste litanie. Intendiamoci: il problema della carenza di manodopera, sia per i posti specializzati che per le figure professionali più umile e generiche, esiste davvero. Non penso che gli imprenditori, tanti imprenditori, abbiano così tempo da perdere da inventarsi una polemica o una lamentela infondata. Esiste evidentemente, in Italia, un problema di norme che regolano l’accesso al lavoro dei giovani e un evidente gap tra le richieste del mercato del lavoro e i percorsi di formazione professionale. Poi ci sono le legittime aspirazioni dei giovani e delle famiglie: probabilmente qualche decennio fa c’era maggiore disponibilità di neoragionieri o neoperiti ad essere inseriti immediatamente nel ciclo produttivo, mentre oggi molti aspirano (comprensibilmente) a proseguire gli studi universitari. Ancora: il reddito di cittadinanza disincentiva? Può darsi, ma solo se lo stipendio prospettato è indecente...

Infine il tema ‘lavorare senza stipendio per imparare un mestiere’. Ok, va bene l’umiltà e il sacrificio. All’inizio di una carriera sono necessari (forse anche dopo). Ma il lavoro, qualsiasi lavoro, va pagato. E’ una questione di giustizia e di dignità.