"Un anno di studi a Londra ma non lascio la Romagna"

La Società europea di oncologia premia la dottoressa Nicole Brighi, unica italiana tra i cinque under 40 che lavoreranno al Cancer Institute

Migration

di Elide Giordani

Lo ha appreso in questi giorni recandosi a Parigi al Congresso 2022 della Società Europea di Oncologica Clinica, la più importante associazione di oncologia clinica d’Europa. E’ lei, la giovane oncologa cesenate Nicole Brighi, uno dei 5 oncologi europei under 40 la destinataria del premio ESMO Research Fellowships. Si tratta in sostanza di una borsa di studio che le consentirà di frequentare per un anno il Cancer Institute di Londra, nello staff del dottor Gerhardt Attard, e lavorare ad uno studio sulla farmaco e chemio-resistenza sviluppata dai tumori alla prostata. Trentasette anni, laureata in medicina e specializzata in oncologia a Bologna, Nicole Brighi fa parte dello staff della struttura di "Oncologia clinica e sperimentale. Terapie innovative e alte dosi" diretta dal dottor Ugo De Giorgi presso l’Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori IRST "Dino Amadori" IRCCS di Meldola. "Grande soddisfazione che arriva dopo un lungo impegno che non mi è mai pesato perché è esattamente quello che mi piace fare" commenta la giovane premiata.

Dottoressa Brighi, quali sono esattamente gli obiettivi dello studio che approfondirà a Londra?

"Monitorare il tumore in più momenti della sua storia: una fotografia dello stato genomico, prima, durante e al termine della terapia, quando il tumore ha acquisito resistenza al trattamento. Da questi esami traiamo la possibilità di migliorare la personalizzazione del trattamento, informandoci precocemente se il paziente avrà probabilità di rispondere positivamente alla terapia, e aiutandoci ad identificare alterazioni molecolari che possano essere aggredibili con farmaci specifici. L’oncologia è una branca in cui la ricerca prosegue costantemente".

Lei è l’unica italiana ad essere premiata quest’anno dalla Società Europea di Oncologia, potrebbe restare a lavorare a Londra?

"A Londra ci sono già stata per sei mesi per apprendere le tecniche di laboratorio e della ricerca traslazionale, opportunità difficile da sperimentare in Romagna, e sono tornata in modo quasi rocambolesco proprio nel momento clou della prima ondata di Covid. Ci sono tornata di nuovo per tre mesi per completare quel progetto. L’intenzione è quella di approfondire lo studio sulla farmaco e chemio-resistenza sviluppata dai tumori alla prostata e riportare qui le conoscenze acquisite".

Non sarà anche lei un cervello in fuga?

"Credo proprio di no. La borsa di studio peraltro ha proprio lo scopo di far circolare le idee e non di far fuggire altrove i giovani ricercatori italiani".