"Un passo necessario verso la riforma della giustizia"

"Giusto ampliare l’intervento di avvocati e docenti e separare le carriere tra giudici e inquirenti"

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"Faccio una premessa, sono sconcertato dalla mancanza di informazione da parte delle istituzioni in merito a questo referendum e mi meraviglio che neppure i partiti si siano attivati in questa direzione". La premessa è di Enrico Sirotti Gaudenzi, avvocato e consigliere comunale della Lega, quindi tra i promotori del sì.

Avvocato Sirotti come spiegare ai cittadini perché il 12 giugno dovrebbero votare si.

"L’avvocatura di cui faccio parte si è sempre battuta per una riforma della giustizia. I codici di riferimento sono datati e il referendum rappresenta un traguardo verso una completa riforma del sistema, che è all’esame del parlamento ma non nel concreto, mentre i quesiti entrano con forza nell’impianto normativo". Veniamo ai quesiti.

"Parto dalla valutazione di merito dei magistrati, noi vogliamo ampliare l’intervento di altre figure professionali, ovvero il corpo laico composto da avvocati e docenti universitari. Un altro tema è quello della separazione netta delle carriere dei magistrati, perché scelgano tra attività inquirente e attività giudicanti già all’inizio della loro attività". Che altro?

"Vorremmo che i magistrati venissero resi indipendenti dalle correnti come prevede, invece, la raccolta delle 25 firme per potersi candidare al Csm. Infine l’interdizione dai pubblici uffici per i condannati per reati gravi non in via definitiva come prescrive oggi la legge Severino. Ricordiamo che, soprattutto a livello comunale, e non parliamo di Cesena, abbiamo visto come per effetto di queste disposizioni si siano consumati processi mediatici anche nei casi in cui, successivamente, il soggetto interessato, condannato in primo grado, è stato poi assolto. Con carenze sul fronte delle istituzioni in cui il soggetto, magari un sindaco, non è stato poi sostituito nell’immediato".

Come spiegare meglio la limitazione della custodia cautelare in carcere per i reati minori, compreso lo stalking, che è tale proprio per la sua reiterazione?

"Nel corso degli anni la custodia cautelare è stata distorta da strumento cautelare d’emergenza a forma di anticipo della pena, e ciò anche quando l’imputato si è poi rivelato innocente. Vogliamo limitarla in mancanza di una sentenza definitiva di condanna. Dal 1992 abbiamo avuto quasi 30 mila casi di custodie cautelari con gravi danni agli imputati, allo Stato, e spesso illegittimi".

I quesiti non sono troppo tecnici per un cittadino comune? "Sono tecnici, ma sono anche chiari e sono riportati per intero sulle schede elettorali. Ciò che manca è l’ informazione da parte delle istituzioni".

Elide Giordani