"Piazza della libertà Cesena, ecco come saranno i nuovi chioschi"

Trilogy Group li avrà in gestione. Pagliarani: "Potenzialità altissime"

Cesena, Lattuca e Castorri in piazza della Libertà (Foto Ravaglia)

Cesena, Lattuca e Castorri in piazza della Libertà (Foto Ravaglia)

Cesena, 11 ottobre 2019 - «Non facciamo salti nel buio. Abbiamo deciso di credere nella rinascita di piazza della Libertà perché pensiamo di poter fare la differenza per la città». È il biglietto da visita che Christian Pagliarani, a nome del Trilogy Group che rappresenta, mette sul tavolo presentando il progetto di realizzazione e gestione dei due chioschi che chiuderanno il cerchio sul restyling della piazza più discussa della Cesena del nuovo millennio.

Pagliarani, quando aprirete? «Contiamo di di essere pronti entro il prossimo mese di maggio».

Tardi? «No, sapevamo che sarebbe servito del tempo e anzi in questo modo entreremo in scena nel momento in cui tutti i fari saranno puntati su quello spicchio di città».

È una sfida importante. E non facile da vincere. «Trilogy opera in diversi settori, compreso ovviamente quello dei locali: su questo campo siamo attivi da 25 anni, sappiamo come si lavora. E quando un gruppo come il nostro decide di accettare una sfida del genere non lo fa perché spera che tutto vada bene, ma perché sa di avere tutti i requisiti perché le cose in effetti vadano bene».

Che chioschi realizzerete? «Progetti innovativi. Qualcosa del genere sul mercato non esiste e dunque dobbiamo andare a caccia dei singoli componenti per poi assemblare strutture da 18 metri quadrati in grado di offrire quello che la gente chiede».

E cosa chiede la gente? «Novità. Cose inedite e accattivanti. Che funzionino. E una volta che partono, si innesca una reazione a catena che porta all’interessamento e al coinvolgimento di tante altre realtà desiderose di approfittare dell’occasione».

Il vostro compito sarà muovere il primo, decisivo, passo verso il cambio di marcia. «Rappresentiamo la figura dell’attuatore. Un ruolo estremamente stimolante».

Cosa offriranno i due chioschi? «Uno proposte enogastronomiche, il secondo altro».

Più nel dettaglio? «Sul primo posso dire che abbiamo intenzione di stupire con un mix di proposte di qualità, sfiziose e gustose da consumare stando ovviamente fuori dalla struttura. Per questo chiederemo l’occupazione del suolo pubblico, in modo da ricavare tavoli e sedute nella piazza».

Quello che manca ora. E che mette gli avventori davanti a uno spazio estremamente vasto difficile da riempire eccezion fatta per i grandi eventi. «Le potenzialità in effetti sono tante».

E l’altro chiosco? «Ho la bocca cucitissima. Anche in questo caso stiamo lavorando a un progetto innovativo, che non è ancora tempo di svelare».

Costi? «L’ordine di grandezza dovrebbe essere attorno ai 200.000 euro».

Quanto durerà la gestione? «Il tempo è in relazione all’entità dell’investimento. In questo caso parliamo di una ventina d’anni».

Oggi aprite lo Zampanò, del quale avete rilevato la gestione, in primavera avete esordito col Gordita alle Vigne. Rischiate di farvi concorrenza da soli? «Affatto. Se temi che un altro locale possa portati via la clientela vuol dire che stai lavorando male. Piuttosto abbiamo un’altra visione della città».

Prego. «Cesena come Santarcangelo: luoghi dove il proliferare dei locali va a vantaggio di tutti. Col rilancio di piazza della Libertà si verrà a creare un bellissimo percorso che dai Giardini Pubblici arriverà fino a piazza del Popolo. E questo rivoluzionerà tutte le cose, rendendo definitamente la nostra città un punto di riferimento per chi viene da fuori. Ci stiamo già lavorando».

In che modo? «Tanta della nostra promozione è mirata su città come Forlì, Faenza, Ravenna, Savignano. Il primo locale che abbiamo aperto fu l’Happy Bar: era il 1995. Anche grazie a noi da allora la città ha cambiato volto».

Non tutti sono così fortunati. «Trilogy Group offre anche corsi di formazione e consulenza. Le statistiche dicono che tre locali su quattro oggi chiudono entro quattro anni dall’apertura. Il punto è proprio questo: improvvisare è sbagliato e controproducente, serve agire con cognizione di causa. Noi siamo qui con questo intento».