"Va trovato prima possibile il candidato"

Appello di Rossi (Cambiamo). "Creiamo la coalizione contro Lattuca per il 2024: lo sfidante deve avere più tempo di quello che ebbi io"

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di Andrea Alessandrini

Andrea Rossi dà la carica parlando da capo dell’opposizione quale lo si guardò quando entrò in consiglio comunale: "E’ l’ora di partire per la missione ’Svolta 2024’". Mercoledì 8 giugno è il terzo anniversario dello storico ballottaggio tra Enzo Lattuca (Pd, coalizione di centrosinistra) e Andrea Rossi (Cambiamo, civici e coalizione di centrodestra), il primo nella storia delle amministrative cesenati, che vide l’affermazione di Lattuca (55,74%)). Rossi – debuttante – si sedette sullo scranno come l’oppositore principale del sindaco, anche se i gruppi di minoranza sono quattro: Cambiamo, Lega (alleati nel 2019), M5S e Cesena Siamo Noi.

Rossi, si chiude il terzo anno di legislatura. Il 2024 si torna alle urne: sferra l’attacco?

"Ho gareggiato con Lattuca, sono arrivato al ballottaggio, abbiamo perso e lavoriamo per Cesena da minoranza. Il nostro gruppo consiliare sta lavorando seriamente. Qualche titolo ce l’ho per rompere lo stallo e spingere ad aprire il cantiere per provare finalmente a vincere".

Lo suggerì Romano Colozzi, cattolico battitore libero del centrodestra, qualche mese fa.

"Colozzi è una risorsa e io dissi che era giusto. Adesso lo sostengo io da addetto ai lavori, parte in causa. La chiusura del primo triennio di legislatura è uno spartiacque e bisogna muoversi al grido di ’costruire adesso per non perdere dopo’ e quindi invito le forze alternative alla sinistra, tutte nessuna esclusa, a sedersi attorno ad un tavolo per confrontarsi sulle elezioni del 2024, anche sui nomi, senza perdere tempo".

Lei ha addirittura un teatro da mettere a disposizione.

"Il posto è l’ultimo problema. Troviamoci, è ora".

Prima il confronto sul programma poi la scelta del candidato sindaco: non era la prassi?

"Io penso che le buone idee debbano correre su gambe capaci. Dei nomi, di persone competenti, di largo credito e reputazione bisogna ragionare subito altrimenti finirà come sempre. Dobbiamo costruire la squadra e trovare il capitano. Una squadra con una grande rosa, per la svolta. Di persone eccellenti. La storia elettorale di Cesena, vissuta dalla sponda alternativa alla sinistra, è l’amaro riassunto di un lungo rosario di delusioni. Prima il Pci, poi i Ds e ora il Pd hanno governato questa città per 50 anni quasi ininterrotti".

Se a Cesena l’alternanza è sempre stata un miraggio , chi si è candidato a realizzarla, come lei nel 2019, non ha le sue responsabilità?

"Beh, noi siamo quelli arrivati più avanti. Ammetto comunque che chi governa perché è stato in grado - risultati alla mano - di formulare una proposta politica convincente e tiro le orecchie alla controparte, cioè a noi, che, anche quando il vento soffiava a favore, è riuscita al massimo ad approdare al ballottaggio. Le dico di più: la colpa è anche della modesta caratura dei candidati che, in molte occasioni, sono stati scelti in maniera frettolosa con casting raffazzonati e prospettive di successo già in partenza nulle".

Cosa fa: harakiri?

"No, autocritica, sulle amministrative delle ultime tornate. Vuole che parli di me? Io sono uscito come candidato ai primi del 2019 e sono arrivato al ballottaggio. Se ci fossimo mossi un anno prima, quante possibilità di successo in più avremmo avuto? Il malcontento per il governo della città era ed è ancora esteso e va intercettato con tempi lunghi e proposte adeguate di alternativa".

Quindi lei dice: basta con le candidature di servizio, fuori i migliori

"Sono state troppe negli ultimi anni le candidature di servizio per colmare il vuoto lasciato dalla mancanza di personaggi autorevoli che, pur avendone lo spessore, al momento cruciale hanno preferito defilarsi dalla contesa, presagendo una sconfitta quasi certa. Del resto, un limite delle coalizioni alternative alla sinistra è sempre stata l’incapacità di fare gruppo ed attrarre candidati di valore. Anche per questo, quasi sempre si è partiti in ritardo senza la necessaria preparazione con squadre elettorali rabberciate ed una struttura logistica puntualmente word in progressi".

Il contrario della sinistra.

"Sì, dove i candidati sindaci vengono scelti con largo anticipo e poi annunciati a tempo debito con una nomenclatura collaudata ed una strategia elettorale chiara e definita".

Lo scenario politico nazionale – esiste ancora un centrodestra? come si riorganizzerà? - può frenare anche le manovre che lei auspica a livello amministrativo?

"Non deve, sarebbe un suicidio. Le logiche sono diverse a livello territoriale e non possiamo attendere l’esito delle politiche del 2023 per vedere come i partiti calibreranno le loro strategie. Spetta ai civici andare alla carica e pungolarli".

Il suo candidato ideale non è espressione dei partiti, è evidente.

"Una forte candidatura condivisa può nascere più facilmente dentro una grande lista civica con tutti coloro che non stanno nel centrosinistra, con il contributo importante dei partiti".

È vero che lei ha già deciso di dare un contributo ma in seconda fila?

"Non ho preso alcuna decisione, le posso dire che ho molto caro il progetto dell’alternativa che ho avviato".

Lattuca partirà favorito nel 2024.

"Sono sempre partiti favoriti, ma Lattuca è battibile. Tante parole, pochi fatti. Rispetto alle giunte Lucchi non c’è discontinuità. Ci sono facce nuove, ma l’imprinting è lo stesso e a darlo il Pd con un atteggiamento arrogante nei confronti delle opposizioni, lo stesso di sempre".

Sarebbe?

"Non le prende in considerazione, non accoglie il loro apporto. Il mio gruppo e anche gli altri stanno lavorando molto in un’ottica propositiva per il bene della città, suggeriamo, indichiamo, collaboriamo: siamo laboratori di buona politica, ma il palazzo è sordo. Non ascolta, snobba. Il sindaco e la giunta sono autocentrati ma non tenendo presente un dato: che tra i cittadini elettori è più alta la parte di quelli che non hanno votato per loro. È il nostro serbatoio da intercettare. Su, diamoci una mossa".