ANNAMARIA SENNI
Cronaca

Viaggi da incubo sui bus: "Stipati come sardine"

La ’sfida’ quotidiana degli studenti per riuscire a tornare a casa

Viaggi da incubo sui bus: "Stipati come sardine"
Viaggi da incubo sui bus: "Stipati come sardine"

Sopra l’autobus, l’autista. Alla fermata, una lunga fila di studenti. Le porte dell’autobus 94A di Start Romagna si spalancano alle 12.20 alla fermata ‘Punto Bus’ del piazzale della stazione cesenate, dove ogni giorno decine e decine di ragazzini con borse e zaini pesantissimi, si accalcano per guadagnarsi un posto sicuro dentro al mezzo. Difficile sperare di potersi sedere, già la certezza di poter salire a bordo sarebbe rincuorante. Dopo una mattinata a scuola, una sveglia che è suonata prima dell’alba, 4 o 5 ore di lezioni più o meno pesanti, la fame che si aggiunge alla stanchezza e alla fatica della giornata, arriva finalmente il momento del rientro a casa. Ma l’ultima ‘sfida’ da affrontare per gli studenti è il viaggio di ritorno in autobus. Sono tanti, tantissimi, i pendolari di tutte le età che fanno questa vita ogni giorno. Muniti di abbonamento annuale si apprestano a sfruttare il servizio di Start Romagna. Un servizio che costa caro. Solo gli studenti che viaggiano da Cesena a Cesenatico (e possono muoversi liberamente in autobus anche nei due comuni) spendono 281 euro all’anno, e spesso si ritrovano ammassati a bordo, schiacciati l’uno all’altro e stipati come sardine. La domanda è: il prezzo è adeguato al servizio offerto? Secondo il parere dei genitori "No, si paga un abbonamento troppo costoso, con il rischio di rimanere a piedi ogni giorno".

Anche ieri le porte del 94A che collega Cesena con Cesenatico si sono spalancate con una puntualità sorprendente. A bordo è salita una carovana di studenti. I posti a sedere sono sfumati in pochi secondi, rimanevano quelli in piedi. E qui arriva la parte difficile. "Viaggiamo così ogni giorno – racconta una studentessa di prima superiore – quando entri c’è un muro di gente che cerca di entrare e ogni volta rimane una fila di persone lungo il corridoio dell’autobus tutte ammassate e in piedi. Siamo talmente stretti che non si riesce neanche ad arrivare alla macchinetta per passare il badge dell’abbonamento, ma se ti becca il controllore sono guai". L’autobus parte, e pare lunghissimo il tragitto che separa la stazione dalla Barriera, in realtà solo alcune centinaia di metri. A un certo punto arriva la frenata. "Quando l’autobus frena – continua un’altra studentessa di prima superiore – finisci schiacciato contro le persone che hai davanti, e anche contro il vetro. I pali per tenerti sono distanti e spesso sei costretto a tenerti alle altre persone. L’altro giorno un ragazzo è caduto a terra, dopo una frenata improvvisa". I mezzi di trasporto si riempiono in fretta e in certe fermate l’autobus tira dritto. Ma i disagi, a dire degli studenti, non finiscono qui. "Il conducente – aggiunge un altro passeggero - la maggior parte delle volte non ti ascolta e mentre guida parla al telefono e, se chiediamo un‘informazione su dove scendere, gli autisti ci ignorano".