Virus in ritirata, ma i contagi sono migliaia

Le aree di Cesena e Forlì vicine alla soglia di 250 casi su 100mila residenti. Diminuito il grado di allarme negli ospedali

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di Elide Giordani

E’ un piacere rassicurante il grafico a precipizio che nel bollettino settimanale dell’Asl fotografa l’andamento dei contagi nell’area della Romagna. Siamo vicini alla soglia dei 250 casi ogni 100 mila abitanti la settimana. Vicini, appunto, ma non liberi dalla pandemia, benché nell’attenzione odierna l’allerta Covid sia quasi scomparsa soppiantata da un’altra tragica emergenza, quella della guerra. Eppure tra Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini nella settimana tra il 21 e il 27 febbraio sono stati ancora 4.442 i nuovi contagi (quasi esclusivamente variante Omicron). Quasi mille in meno (esattamente 1.908) rispetto alla settimana precedente, e questo testimonia che la recessione del virus continua per la quarta settimana consecutiva (il picco tra il 3 e il 9 gennaio è stato di 39.243 nuovi casi), ma ci si contagia ancora benché per la maggior parte senza gravi conseguenze sulla salute.

Lo testimoniano i ricoveri: l’occupazione di posti letto è ancora in lieve calo rispetto alla scorsa settimana ed in totale sono ricoverati 170 pazienti, di cui 10 in terapia intensiva e 17 in sub intensiva, dati che ci dicono che siamo al limite tra zona gialla verso la zona bianca. Al massimo dell’occupazione c’erano ricoverati 506 pazienti (lunedì 24 gennaio). Sarà perché continua ad allargarsi anche la forbice tra contagiati e soggetti vaccinati: il 28 febbraio 900.481 con prima dose, 854.872 con seconda dose, 563.683 con terza dose a cui vanno aggiunte 106.768 dosi somministrate dai medici di medicina generale. Nel dettaglio: il Cesenate, nella settimana presa in considerazione, ha registrato 873 nuovi casi, il Forlivese 657, Ravenna 1.679 e Rimini e dintorni 1.233. Chi si avvicina di più alla soglia dei 250 casi ogni 100 mila abitanti è Forlì (279) seguita dal distretto Cesena-Valle Savio (313). Le fasce di età tra cui il Covid alberga ancora con qualche rilevanza tendono ad uniformarsi ma resta prevalente tra i 12 e i 17 anni. Ciò che sgomenta è ancora una volta il numero dei decessi legati al covid nell’intera area romagnola: 36 in sette giorni. Da inizio pandemia nel cesenate sono state 522 le persone che si sono dovute arrendere al virus, con un tasso di letalità dello 0,8 per cento degli infettati. Nella settimana considerata non ci sono stati nel Cesenate nuovi focolai che abbiano coinvolto le strutture intraospedaliere, due hanno però riguardato le strutture residenziali. Ancora 14 le classi in quarantena per lo sviluppo di due o più contagi negli istituti scolastici cesenati. Uno sguardo alla copertura vaccinale evidenzia che nel Cesenate la popolazione è vaccinata a ciclo completo per l’83 per cento, la fascia più debole è ancora quella tra i 5 e gli 11 anni con solo il 17 per cento di vaccinazione completa, la più forte quella degli ultra ottantenni (99 per cento).

"La situazione è favorevole - commenta il direttore sanitario dell’Asl Romagna Mattia Altini - e possiamo guardare al futuro con prudente ottimismo. Sul fronte vaccinale siamo partiti con le somministrazioni della quarta dose di richiamo alle persone immunodepresse. Una altra importante novità riguarda l’avvio delle vaccinazioni con il siero Novavax destinato alle persone dai 18 in su che non hanno ancora scelto di ricevere alcuna somministrazione. Speriamo che questo nuovo siero possa convincere chi ancora ha dubbi e paure". Intanto a livello regionale i numeri di ieri ci dicono che è stato più alto il numero dei guariti che quello dei nuovi contagiati, 2.800 contro 2.42. Al Bufalini c’è un solo ricoverato in terapia intensiva e i nuovi casi sono stati 152 (103 a Forlì). In provincia è morto un uomo di 84 anni.