"Vita da pendolare in treno? E’ sempre peggio"

Rosa Valenzano, vicepresidente del comitato ‘Rom.Bo’: "Chiedevamo più collegamenti veloci, buona parte sono stati soppressi"

"Vita da pendolare in treno? E’ sempre peggio"

"Vita da pendolare in treno? E’ sempre peggio"

di Elide Giordani

Al netto di eventuali inesattezze, o conti fatti a spanella, la vicenda della bidella che tutti i giorni prende il treno da Napoli per lavorare in una scuola di Milano ha avuto almeno l’effetto di riportare all’attenzione i problemi che travagliano i pendolari. Problemi annosi, senza distinzione di luoghi, come mostra l’attività ormai decennale del comitato Rom.Bo. Che non strizza l’occhio ad rombante mezzo di trasporto tra la Romagna e Bologna ma è la testimonianza, qualche volta indignata, degli incerti che travagliano ogni giorno chi, per studio o per lavoro, raggiunge il magnete rappresentato dal nostro capoluogo di regione. Arriva? Non arriva? E’ stato soppresso, c’è lo sciopero, c’è stato un incidente? Oppure è stata la neve (sempre più rara, a dire il vero), il vento, un rallentamento sulla rete, un guasto, l’esigenza di dare la precedenza ai convogli che trasportano merci. Il treno, questo inattendibile. "Non abbiamo mai la certezza di arrivare in orario, il che si ripercuote sul nostro lavoro e sulle nostre giornate", è il commento di Rosa Valenzano, 58 anni, da 13 su e giù tra Cesena e Bologna sui sedili dei treni, vicepresidente di Rom.Bo, catalizzatore dolente e sdegnato di decine proteste o richieste di informazione per ritardi e disservizi vari.

Rosa Valenzano, sono così frequenti i ritardi sulla linea Cesena Bologna?

"Almeno una volta la settimana arrivo tardi al lavoro, il che rende inutile alzarsi, come faccio sempre, alle 5 di mattina. Poi devo recuperare, allungando la giornata, le ore di lavoro perdute. Ci sono settimane particolarmente critiche. Mi capita di dover prendere una giornata di riposo se ho un appuntamento al pomeriggio a cui non posso mancare. Non ho mai la certezza dell’ora di ritorno".

Le è capitato di dover restare a Cesena per ritardi troppo consistenti?

"Sì. Purtroppo succede ogni tanto che si verificano incidenti gravi in cui sono coinvolte delle persone. Suicidi di solito. E in quei casi le linee si bloccano per ore".

Cos’è cambiato in questa decina di anni di battaglie?

"Che la situazione è peggiorata. Quando è nato, il Comitato, che aderisce al Crufer, il coordinamento dei comitati dei pendolari, aveva come obiettivo la conservazione dei treni veloci sulla nostra tratta. Beh, quei treni per buona parte sono stati soppressi. Ma non è questo l’unico problema. Quelli che restano hanno abbonamenti costosi, oltre 200 euro al mese".

Che in parte potrebbero essere rimborsati dalla Regione?

"Sì, se non fosse che devono sottostare ad un meccanismo talmente farraginoso che sono pochi quelli che accedono al rimborso. Il risultato è che ci siamo trasferiti tutti sui treni regionali".

Quando sottoscrivete un abbonamento acquistate anche un posto a sedere?

"No, infatti qualche volta facciamo il viaggio in piedi. A meno che non saliamo su un treno veloce, la cui prenotazione ci è consentita con un supplemento di 14 euro al mese, almeno per noi che saliamo a Cesena. Ma ce ne sono pochi in orario di lavoro".

E lo svecchiamento delle carrozze?

"Non si può negare. Oggi ci sono treni molto confortevoli, anche se nei periodi in cui s’intensifica il traffico dei vacanzieri o degli studenti fuori sede, si evidenzia una carenza di spazi per i bagagli. Sarebbero treni per pendolari ma finiscono, giustamente, per essere presi da tutti".

Anche la sicurezza sui treni è un tema caldo. Le è mai capitato di subire o assistere ad episodi sgradevoli?

"Personalmente no, ho visto però persone accompagnate fuori dal treno dalle forze dell’ordine".

Lei passa in treno 2 ore della sua giornata. Esce di casa che è buio e torna che il sole, almeno in inverno, è sceso da un pezzo. Non ha mai pensato di vivere a Bologna?

"No, no… Preferisco tornare a casa. Tanto più che gli affitti a Bologna, rispetto alla Romagna, sono molto più cari. E comunque non mi piacerebbe vivere a Bologna".