
Un selfie di William Spinelli dal letto d’ospedale. Trasferito al Covid Hotel
Cesena, 22 ottobre 2020 - William Spinelli, 50 anni, persona nota sul territorio per l’impegno politico (è presidente del quartiere Sala di Cesenatico), nel volontariato e per la professione di meccanico a Forlì, ha contratto il Covid tre settimane fa e ha rischiato grosso. Ora è fuori pericolo ma deve ancora lottare per guarire.
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Spinelli, innanzitutto come sta? "Posso dire che l’ho scampata, anche se il mio tampone è ancora positivo". Quando si accorto di avere il Covid? "La sera del 2 ottobre avevo mal di gola e 37 e mezzo di febbre, il medico di base si è attivato per farmi fare il tampone al Bufalini e il giorno dopo è arrivato l’esito positivo". La sua prima preoccupazione è stata nei confronti delle persone care. "Sono andato via di casa, non volevo contagiare i miei familiari e così mi sono trasferito all’Hotel Covid a Forlì". Come si sta nell’albergo dei positivi al virus? "Bene, siamo monitorati costantemente e due volte al giorno ci misurano la febbre". Lei però è dovuto anche andare in ospedale. "La febbre non mi calava nonostante prendessi la Tachipirina. Neppure la saturazione dell’ossigeno nel sangue migliorava, così mi hanno ricoverato e il 9 ottobre ho fatto la Tac al Morgagni di Forlì, dove mi hanno diagnosticato una forte polmonite". A quel punto si fanno anche brutti pensieri. "E inutile negarlo, la preoccupazione era alta, ma io sono stato curato molto bene". Cosa le hanno fatto? "Mi hanno sottoposto a broncoscopia per prelevare il tessuto e individuare il ceppo del virus; alla prima terapia dopo 6 ore non avevo più la febbre, mi hanno rimesso in piedi". Quanto tempo è rimasto in ospedale? "Dieci giorni". Quali sono state le cure successive? "Mi hanno somministrato dei medicinali per via endovenosa o via orale, periodicamente avevo la maschera per l’ossigeno". Chi la veniva a trovare? "Nessuno, dal 2 ottobre vedo soltanto i miei preziosi medici, le infermiere e le oss". Anche per il personale sarà dura lavorare nel reparto Covid. "Sono sempre tutti isolati, in ogni camera che visitano si svestono e cambiano tutto, ogni 3-4 ore il personale entra in camera e sanifica il pavimento, il comodino, il letto e i muri". Come trascorre le giornate? "Guardo la tv, seguo il Giro d’Italia e ho tanti amici che mi tengono compagnia sui social, mi inviano messaggi, telefonano, mi sono tutti molto vicini". E in queste tre settimane a casa come è andata? "Mia moglie Monica è risultata positiva dopo una settimana dal mio contagio, ma è asintomatica e sta bene, vive in camera da letto e nostro figlio Manuel di 18 anni, negativo, le porta da mangiare davanti alla porta della camera e resta anche lui in quarantena, nel resto della casa; i miei genitori sono negativi". Come ha contratto il virus? "Non lo so e non me l’aspettavo, sono sempre stato attento, portavo la mascherina, ma è un virus facile da contrarre". Appena fuori pericolo, il suo pensiero è stato per i sanitari che l’hanno curata. "Non ci sono parole per descrivere quanto la nostra sanità sia di alto livello; il primario di Pneumologia del Morgagni Venerio Poletti, i dottori Cristiano Collinelli e Lara Bertolovic, assieme a tutto il personale sanitario sono stati eccezionali, non mi hanno lasciato un secondo, sono orgoglioso e anche commosso per come hanno trattato me e gli altri malati". Già, le altre persone come le ha viste affrontare questo terribile virus? "Dico soltanto una cosa che è significativa; io a fianco avevo un anziano di 94 anni che rischiava la vita, è stato trattato benissimo ed è uscito due giorni prima di me, qui salvano veramente tutti i salvabili". Quando pensa di uscire? "L’altro ieri sono tornato all’Hotel Covid ma sono ancora negativo, spero di andare a casa fra qualche giorno".