Zona rossa: se cambia il criterio anche Forlì e Cesena sforano

L’ipotesi nel governo: farla scattare quando si superano i 250 casi a settimana ogni 100mila abitanti. La Romagna sarebbe 1.200 positivi oltre la quota contestata

La situazione sabato nel centro di Cesena (foto Ravaglia): giorno arancione

La situazione sabato nel centro di Cesena (foto Ravaglia): giorno arancione

Forlì, 11 gennaio 2021 - Nell’incertezza del periodo, anche i numeri possono essere utilizzati in un modo o in un altro. Per esempio, le indiscrezioni da Roma indicano un possibile fattore per sancire una nuova zona rossa: 250 casi alla settimana ogni 100mila abitanti. Ieri, però, il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini ha detto che "quel limite non l’ha chiesto nessuna regione e, se volete la mia impressione, non entrerà fra quelli utilizzati per decidere la colorazione o lo spostamento delle Regioni".

Ma cosa succederebbe se venisse davvero adottato? Abbiamo ragionato sugli indicatori conteggiati dalla stessa Ausl Romagna nel suo più recente report settimanale, che riguardavano la settimana che andava dal 28 dicembre al 3 gennaio. Detto che quei dati riguardano tre province e i provvedimenti vengono presi per tutta un’intera regione, se valesse il criterio dei contagi ogni 100mila abitanti, sarebbe inevitabile tornare in zona rossa. Questo avrebbe comportato le restrizioni che abbiamo visto durante le festività natalizie: tutti in casa, negozi chiusi, ristoranti out, studenti delle superiori in didattica a distanza, anche se siamo tutti vicini al limite della pazienza. Si paga, qui più che altrove, l’effetto pernicioso dell’effervescenza natalizia tra cenoni, folle nei negozi, abbracci e mascherine sotto al mento. È questo che ci attende dal nuovo Dpcm che dovrebbe entrare in vigore il 16 gennaio?

A prescindere da cosa accadrà, attenzione perché gli indicatori dell’ultima settimana sono tutti in crescita. A partire dai 3.998 nuovi casi positivi totalizzati nella settimana presa in considerazione (con una media dell’11,2% rispetto ai tamponi eseguiti). Quei quasi 4mila casi romagnoli (con qualche distinguo tra Rimini dove il tasso è più alto e Ravenna dove è più basso, mentre Cesena sta in mezzo con l’11,3 e Forlì si attesta sul 10,3) rapportati alla popolazione della Romagna, ossia circa 1.118.000 abitanti in totale, ci dicono che abbiamo superato di oltre 1.200 casi quel dato dei 250 nuovi casi ogni 100.000 abitanti che qualcuno, nel Governo, vorrebbe che colorasse di rosso le regioni. Il limite sarebbe idealmente fissato a 2.795 nuovi casi alla settimana in tutta la Romagna, e invece ne abbiamo avuti 3.998. Qualcosa in più si saprà mercoledì, quando l’Ausl Romagna emetterà il bollettino settimanale che avrà posto sotto la lente la settimana tra il 4 e il 10 gennaio. Ma già gli indicatori quotidiani non lasciano ben sperare.

Idealmente, la quota di 100mila abitanti sta a metà tra la popolazione dei capoluoghi di Forlì e Cesena. Il limite da non superare, giornalmente, diventerebbe di 36 casi circa ogni 100mila abitanti: dunque, per Forlì sarebbe un po’ più di 36 e per Cesena un po’ meno. Nella giornata di ieri, i comuni maggiori della provincia hanno chiuso rispettivamente con 59 e 44.

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