Processo a Ulisse: assolto l'eroe di Omero

Sotto 'inchiesta' per per l'imbroglio del cavallo: ecco le tesi dell'accusa e della difesa

Processo a Ulisse del tribunale popolare (foto Ravaglia)

Processo a Ulisse del tribunale popolare (foto Ravaglia)

San Mauro Pascoli (Cesena), 11 agosto 2022 - Ulisse è stato un eroe e non un ingannatore. Assolto con 375 voti contro 226 e 100 astenuti. A San Mauro Pascoli è terminato con una assoluzione delle 700 persone presenti, il 22° Processo del 10 agosto promosso da Sammauroindustria.

Alla sbarra Ulisse, il personaggio omerico assurto nell’olimpo del mito nei poemi Iliade e Odissea, fondamento della cultura occidentale. A guidare l’accusa è stato Mauro Bonazzi, professore ordinario di storia della filosofia antica e medievale a Utrecht (Paesi Bassi). A difendere Ulisse il grecista Giulio Guidorizzi, docente in passato alle Università di Milano e di Torino. Presidente del Tribunale Gianfranco Miro Gori, fondatore del Processo e direttore di Sammauroindustria.

Lo scenario dell’evento è stato sempre Villa Torlonia, luogo dal forte carico simbolico: amministrata da Ruggero Pascoli, padre di Giovanni Pascoli, ucciso da ignoti proprio il 10 agosto del 1867. Il verdetto del Processo è stato emesso come ogni anno dal pubblico con paletta. Perché processare Ulisse? E' stato portato sul banco degli imputati colui che può essere definito un eroe, ma che molti considerano un ingannatore anche per l'arcinoto imbroglio del cavallo da lui orchestrato che tuttavia ha permesso di risolvere la guerra.

L'accusa

Secondo l’accusatore Mauro Bonazzi, Ulisse è stato un personaggio leggendario che nasconde una realtà diversa. "Dietro all’uomo paziente emerge una persona vendicativa ed egoista, con cui è pericoloso avere a che fare. Ne sanno qualcosa il povero Palamede e i Proci, nonché i Troiani che fecero l’amara esperienza diretta dei suoi inganni". Ma le vere colpe del personaggio, sempre secondo Mauro Bonazzi, starebbero "nel modo in cui ha trattato chi si è fidato di lui. È qui, nell’essere riuscito a occultare quello che ha fatto a chi gli era vicino, in questa incredibile capacità di mistificazione fatta di omissioni, capaci di trasformare la realtà, che è il suo capolavoro. La storia di Ulisse riguarda noi tutti ed è ora di fare chiarezza, inchiodandolo alle sue responsabilità". Dunque, altro che eroe, secondo l’accusa Ulisse sarebbe stato un vero e proprio mistificatore della storia.

La difesa

Non concorda con la visione il difensore Giulio Guidorizzi. "Come si fa a condannare Ulisse? Se si condanna lui bisogna condannare ognuno di noi, perché Ulisse ci è davvero vicino: non è un eroe armato di lancia e spada, un guerrafondaio, ma uno che in guerra ci è andato contro sua voglia. L’hanno ricattato: o ti arruoli o uccidiamo tuo figlio, gli hanno detto. E così è partito, ed è sempre stato leale coi suoi compagni; anzi, dato che era il più intelligente di tutti, gli hanno fatto fare le cose più difficili; si è dovuto sporcare le mani lui perché nessun altro aveva il coraggio di farlo. È lui che ha vinto la guerra, con l’astuzia del cavallo. Eppure, non ha voluto medaglie o potere. Gli bastava tornare a casa, dalla sua famiglia".

Giulio Guidorizzi ha poi detto che Ulisse sta dalla parte di Einstein, di Fleming, di Gaileo, di quello che hanno fatto fare passi avanti all'umanità con la voglia di scoprire e ha concluso: "Dobbiamo averlo caro per questo, oltre che per il fatto che da millenni le sue storie deliziano i lettori, bambini compresi. Perciò non solo va assolto da ogni accusa con formula piena, ma portato in trionfo e ringraziato".