"All’Amadori è squilibrato il rapporto uomini-donne"

Il documento che la Consigliera regionale di pari opportunità Sonia Alvisi ha consegnato al giudice della causa di lavoro avviata da Francesca Amadori

Cesena, 5 novembre 20022 - Ci sarà personalmente la Consigliera regionale di pari opportunità Sonia Alvisi, consulente del lavoro riminese, al fianco di Francesca Amadori in tribunale a Forlì martedì 13 dicembre nella prima udienza del processo che si svolgerà davanti al giudice del lavoro Luca Mascini. Sonia Alvisi sara coadiuvata dall’avvocato bolognese Sara Passante. "Mi raccomando – ci ha detto –, non confondete il piano politico con quello tecnico: io non sono stata eletta, ma nominata dal Ministero del Lavoro di concerto con quello delle Pari opportunità, su indicazione della Regione Emilia-Romagna, dopo aver partecipato a un bando".

Francesca Amadori è stata licenziata dall’azienda di famiglia in gennaio
Francesca Amadori è stata licenziata dall’azienda di famiglia in gennaio

L’intervento in cause di lavoro da parte della Consigliera di pari opportunità non è frequente: "E’ vero – conferma Sonia Alvisi –, non è frequente perché risorse e competenze sono insufficienti".

In effetti il lavoro fatto per la causa fra Francesca Amadori e l’azienda che porta il nome della sua famiglia è imponente: analizzando i bilanci (sociale ed economico) e altri documenti dell’azienda, la Consigliera di pari opportunità ha prodotto un corposo documento dal quale scaturisce un dato difficilmente confutabile: ai vertici dell’Amadori, sesta azienda agroalimentare italiana e fra le prime cento del mondo, la presenza femminile è quasi inesistente.

Alla base delle oltre novemila persone alle quale dà lavoro l’Amadori c’è probabilmente un numero maggiore di donne rispetto agli uomini, soprattutto negli stabilimenti di lavorazione e confezionamento delle carni, ma ai livelli superiori la presenza femminile si riduce sempre più: nel consiglio d’amministrazione ci sono solo uomini, e sono di genere maschile tutti i 21 dirigenti, mentre tra i 60 quadri ci sono cinque donne (dati di fine 2017, ma che da allora sono cambienti di poco). Anche nelle retribuzioni c’è una notevole differenza tra uomini (in media 77.511 euro) e donne (59.500 euro). Secondo la Consigliera regionale di pari opportunità, i dati "svelano uno squilibrio di genere quanto all’accesso alle carriere, alle promozioni, ai passaggi di qualifica e alle retribuzioni".

Anche nel licenziamento di Francesca Amadori, nipote del fondatore Francesco e figlia del presidente Flavio, avvenuto nel gennaio scorso, ci sarebbero problemi legati alla nomina a dirigente richiesta dalla donna, che era responsabile della comunicazione del gruppo: dopo un periodo di malattia, Francesca Amadori avrebbe subordinato il suo rientro in azienda al riconoscimento della qualifica di dirigente, ma la richiesta è stata respinta e le è stato chiesto di rientrare al lavoro; non avendo risposto positivamente, la donna è stata licenziata e si è innescato il contenzioso sfociato nella causa di lavoro.