Bonus Irpef, a Cesena è subito rischio caos: "Regole complesse per i lavoratori"

Il contributo di 1.200 euro spetterebbe all’80% dei cesenati. L’allarme del Caf Cisl Romagna

Il responsabile del Caf Cisl Romagna, Michele Mancini

Il responsabile del Caf Cisl Romagna, Michele Mancini

Cesena, 17 aprile 2023 – Dalle parole si sta per passare ai fatti. O meglio, ai moduli. Quelli del nuovo 730, che prevedono le misure legate al cosiddetto bonus Irpef, relativo al periodo d’imposta dell’anno 2022, quello cioè all’ordine del giorno in questi mesi.

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Il tema è importante perché in ballo ci sono somme significative: per chi ha un reddito complessivo fino a 15.000 euro infatti il trattamento integrativo è sull’ordine di grandezza dei 1.200 euro. Sul tema è intervenuta Cisl Romagna, che ha effettuato uno studio relativo alla situazione contributiva nel nostro territorio. Nella provincia di Forlì-Cesena - si legge nella nota - il 28,12% dei contribuenti ha un reddito fino a 15.000 euro, mentre il 51,78% ha un reddito compreso tra 15.001 euro e 28.000 euro. "I dati evidenziano una situazione interessante ma anche complessa da gestire - sottolinea il responsabile del Caf Cisl Romagna Michele Mancini - La maggioranza dei lavoratori potrebbe infatti beneficiare del trattamento integrativo, ma solo se rispetta alcune condizioni. In particolare, se il bonus è stato già erogato dal datore di lavoro, potrebbe essere necessario restituirlo qualora lo stesso si rilevi non spettante, ma potrebbe anche esserci il caso in cui il lavoratore al quale il sostituto, per qualunque motivo, non abbia erogato il trattamento integrativo in busta paga possa recuperarlo presentando la dichiarazione dei redditi. In sintesi, si tratta di una situazione da gestire con attenzione e chiarezza per evitare spiacevoli inconvenienti".

Gli scaglioni

L’Agenzia delle Entrate ha spiegato le regole chiave riducendo da 28.000 a 15.000 euro la soglia di reddito complessivo oltre il quale di regola il bonus non spetta. Il trattamento integrativo è invece riconosciuto a coloro i quali hanno un reddito complessivo compreso tra i 15.001 e i 28.000 euro a condizione che la somma di determinate detrazioni sia di ammontare superiore all’imposta lorda.

Le detrazioni da prendere in considerazione sono quelle per carichi di famiglia, per lavoro dipendente e assimilati oltre a quelle relative a interessi passivi su mutui prima casa stipulati entro il 2021 e spese sanitarie sostenute fino al 2021 e rateizzate. Rientrano nel calcolo anche le detrazioni per spese di recupero del patrimonio edilizio, risparmio energetico, bonus mobili e detrazioni previste da altre disposizioni normative relative a spese sostenute fino al 31.12.2021 e rateizzate. In tale ipotesi, il trattamento integrativo è riconosciuto per un ammontare, comunque non superiore a 1.200 euro, determinato in misura pari alla differenza tra la somma delle detrazioni sopra elencate e l’imposta lorda.

Nel caso di redditi complessivi compresi tra 15.001 euro e 28.000 euro però il datore di lavoro non dispone di tutti gli elementi utili ai fini del calcolo del trattamento integrativo e l’effettiva spettanza del beneficio economico può essere determinata e recuperata solamente con la presentazione della dichiarazione dei redditi. Vista la complessità del tema e la possibilità di commettere errori che inficerebbero sulle posizioni dei contribuenti, il consiglio di Cisl è quello di rivolgersi ai Caf, per eseguire controlli mirati effettuati da esperti. Il call center ci Cisl è contattabile all’ 800948888.