Cesena, assemblea Carisp: "Per i conflitti d’interesse abbiamo perso 28 milioni"

I soci approvano l’azione contro Lucchi e Gentili

L'assemblea (foto Ravaglia)

L'assemblea (foto Ravaglia)

Cesena, 14 dicembre 2017 - È deciso: la Cassa di Risparmio di Cesena cercherà di recuperare una parte delle ingenti perdite accumulate negli ultimi anni facendo causa all’ex presidente Germano Lucchi e all’ex direttore generale Adriano Gentili. Sono 28 i milioni di euro che la Carisp chiederà a Lucchi e Gentili attraverso un’azione sociale di responsabilità civile da intraprendere davanti al tribunale delle imprese di Bologna. A questa somma la banca, assistita dallo studio legale Chiumenti, è arrivata analizzando, come si legge nella relazione presentata all’assemblea dei soci dal consiglio d’amministrazione presieduto da Carmine Lamanda, «le pratiche caratterizzate dall’interesse, diretto o indiretto, personale e/o di stretti congiunti, del presidente del consiglio di amministrazione Germano Lucchi e la responsabilità dello stesso e del direttore generale Adriano Gentili, i quali avrebbero dovuto garantire l’adeguatezza dell’assetto organizzativo e del sistema dei controlli della banca e la circolazione delle informazioni necessarie perché i diversi consiglieri potessero valutare le caratteristiche delle operazioni analizzate, la portata degli interessi personali in conflitto con la banca, la coerenza della decisione proposta con i canoni di corretta gestione bancaria e l’interesse aziendale».

In totale alle posizioni in cui sono stati ravvisati conflitti d’interesse sono stati erogati finanziamenti per oltre 120 milioni di euro e sono maturate perdite per almeno 28 milioni. Ed è questa la somma che sarà chiesta in sede giudiziaria a Lucchi, che è stato presidente Carisp per quattro anni, dal 2010 al 2014, e a Gentili, che è stato lo storico direttore generale fin da quando il gruppo era formato da Unibanca, Carisp e Banca di Romagna.

L’esito positivo della votazione era scontato poiché il Fondo interbancario di tutela dei depositi, rappresentato da Michele Saponaro, detiene il 95,3% delle azioni. Un po’ di sorpresa è arrivato al momento delle dichiarazioni di voto da parte delle Fondazioni che prima dell’intervento del Fondo controllavano due terzi del capitale azionario e ora hanno quote marginali: quella di Faenza non ha partecipato all’assemblea, quella di Lugo, rappresentata dal presidente Raffaele Clò si è allineata al Fondo nel voto favorevole all’azione di responsabilità, mentre quella di Cesena si è astenuta. Il presidente Guido Pedrelli ha criticato il modo di agire della banca; dopo aver espresso vivo disappunto per la mancata pubblicazione sul sito Carisp di una nota esplicativa a questo proposito, ha detto: «Hanno avuto 17 mesi di tempo per preparare l’azione di responsabilità e da tempo chiediamo di essere informati in proposito, ma solo ieri pomeriggio (martedì, ndr) alle 16, un’ora prima dell’inizio della riunione del consiglio d’amministrazione, ci è stato detto che potevamo visionare alcune pratiche, ma senza estrarne copia. Non avendo gli elementi necessari per decidere, abbiamo deciso di astenerci».