Caro bollette, chiude l'unico supermercato di San Giorgio di Cesena

Due dipendenti senza lavoro. I residenti: "Costretti a utilizzare l’auto per rifornirci"

L’ultima spesa dei clienti negli scaffali svuotati al supermercato

L’ultima spesa dei clienti negli scaffali svuotati al supermercato

Cesena, 1 ottobre 2022 - Un litro di latte e una scatola di biscotti. Oppure un formaggio fresco e una vaschetta di affettati. È l’ultima spesa al supermercato di San Giorgio, che ieri ha chiuso i battenti, sconfitto non dalla grande distribuzione, ma dalle bollette.

Perché 6.379 euro e 88 centesimi per la luce consumata ad agosto, col negozio aperto mezza giornata e l’aria condizionata spenta, sono troppi per riuscire a resistere. Così la frazione cesenate perde un importante punto di riferimento per la clientela locale, quella che si muove a piedi o che esce di casa non per riempire il carrello, ma per rimpinguare il frigo di quello che serve per il pranzo e la cena. Tante persone ieri mattina si sono recate per gli ultimi acquisti in un ambiente dove negli anni si era creato un clima familiare fatto di cortesia e attenzioni reciproche.

Tanto che alla cassa uno, che per inciso è l’unica, c’era la fila. Nonostante gli scaffali siano ormai vuoti. "Perdo il lavoro a 60 anni – sospirava Brunetta, che a San Giorgio ci è nata e cresciuta -, a un anno dalla pensione. Non avrei mai pensato di chiudere la carriera in questo modo, ma è inevitabile. La proprietà ha fatto di tutto, lavorando anche in perdita pur di continuare a offrire il servizio alla comunità. Ma ora proseguire non è più possibile". Da questa mattina resta a casa anche Jessica, l’altra commessa, che di anni ne ha 30 e deve riorganizzare tutta la sua vita lavorativa: "Mi sono trasferita anni fa a San Giorgio da Gambettola. Non ho l’auto, lavoravo a due passi da casa e mi trovavo benissimo. Ora devo trovare in fretta un altro impiego, perché le bollette da pagare ci sono anche a casa mia. Per me è davvero una giornata molto triste".

A spendere sorrisi e parole di incoraggiamento c’erano i clienti, quasi più emozionati di chi al supermercato ci ha lavorato.

"Qui era come una famiglia – ancora i ricordi di Brunetta – tanto che in alcuni casi aiutavo a digitare i codici dei bancomat o addirittura mi vedevo affidare i portafogli per pescare le giuste monete per pagare il conto. Al bar tutti ci offrivano il caffè e, pur lavorando in un supermercato, spesso capitava che tornassi a casa con prodotti alimentari che mi offrivano i clienti: dalle uova del contadino qui dietro, alle torte preparate in casa. Impossibile non emozionarsi". Da oggi quindi gli avventori dovranno trovare un’alternativa: "C’è il supermercato a Calabrina, ma non è la stessa cosa, perché qui si faceva prima e poi ne approfittavo per fare tutte le mie commissioni".

"Mi rifornirò dal fornaio, mentre per gli acquisti più grossi aspetterò mio figlio che con l’automobile mi porterà una volta alla settimana all’ingrosso di Pisignano". Le soluzioni ci sono, ma spesso non sono semplici: "Dovrò rimettermi a guidare, ma non sarà semplice. Il traffico è tanto, servono mille occhi. Ero più a mio agio a piedi, qui, sotto casa".