Costi energia e export: anche la Romagna trema

Le aziende del nostro territorio temono gli effetti negativi delle ventilate sanzioni alla Russia, un importante mercato estero

Un impianto per l’estrazione del gas

Un impianto per l’estrazione del gas

Cesena, 24 febbraio 2022 - L’inasprimento della crisi tra Russia e Ucraina porterebbe a inevitabili ripercussioni anche sulle aziende italiane e romagnole che hanno interessi commerciali in uno o entrambi i Paesi. Lo scenario drammatico e incerto che si è venuto a creare desta preoccupazione anche sulle imprese cesenati. "Siamo naturalmente molto preoccupati dal precipitare della situazione – dice Roberto Bozzi, presidente di Confindustria Romagna – la prospettiva di una guerra è sempre una sconfitta sotto ogni punto di vista, a partire da quello umano e sociale".

A preoccupare poi le imprese sono gli eventuali problemi legati alla fornitura energetica e al commercio. "Per quanto riguarda gli impatti economici – continua Bozzi – l’allarme per il nostro territorio riguarderebbe in primis, le possibili conseguenze sulle forniture di gas, in un momento di costi energetici già ai massimi, e l’attività di commercio delle nostre imprese che lavorano con Russia e Ucraina, dove stimiamo esportino indicativamente 200milioni di euro e da cui arriva un importante flusso di turisti per il nostro territorio".

Per fare una corretta valutazione occorre capire quali saranno le sanzioni che emanerà l’Ue e conseguenze sia sul tessuto industriale sia sul settore turistico. "Già alcuni anni fa furono imposte sanzioni dall’Ue per l’esportazione in Russia in particolare per i vini e il settore alimentare e questo ha danneggiato parecchio le nostre aziende - dice Danila Padovani responsabile internazionalizzazione Cna Forlì-Cesena -. Non sappiamo cosa succederà domani, stiamo vivendo una situazione drammatica e l’inasprimento dei rapporti tra Russia e Ucraina potrebbe solo peggiorare la situazione".

Nella zona cesenate e del Rubicone i settori più esposti sono quelli del calzaturiero, del pellame, e dell’arredamento di lusso. "Da parte di queste aziende – prosegue Padovani -c’è una grande preoccupazione e questo va a impattare sull’intera filiera". Anche se si cerca di rimanere fiduciosi che le trattative diplomatiche possano evitare lo scenario peggiore è inevitabile la paura generale.

"La Russia è un mercato importante per le aziende cesenati, ci preoccupano molto le sanzioni dell’Ue e i rapporti commerciali – dice Stefano Bernacci segretario generale di Confartigianato – anche perché veniamo da una stagione che ha avuto ripercussioni pesanti sulle aziende e sulle famiglie piegate dagli aumenti dei costi dell’energia. Speravamo che dopo il 2021 dove il Pil era tornato a crescere positivamente, nel 2022 si avessero delle conferme, e ora invece la situazione si complica".