Cesena, la crisi dei fiori: "Non ci resta che piangere"

Costi aumentati e vendite in picchiata per i fioristi in via Pacchioni. "Resistono i clienti abituali, ma su molte tombe le piante sono rinsecchite"

Cesena, 1 novembre 2022 - Fiori finti al posto di quelli freschi, piantine più piccole e sostituite con meno frequenza. La crisi si allunga anche oltre le porte dei cimiteri, dove tanti cesenati in queste ore si stanno recando per salutare i loro cari. Restano l’affetto, i ricordi, le preghiere e i sorrisi abbozzati allungando una mano verso l’immagine di chi non c’è più, ma altre abitudini sono cambiate, dettate da tempi diversi.

Una corsia del cimitero urbano di Cesena (Ravaglia)
Una corsia del cimitero urbano di Cesena (Ravaglia)

Lo testimoniano all’unisono i fioristi che operano nella zona del cimitero urbano di via Pacchioni, alle prese con costi sempre più alti e clienti sempre meno numerosi: "Non è facile resistere – sospirano Gavino Casu e Stefanella Munarin che gestiscono ‘I fiori di Gavi e Stefi’ – ma serve farlo, altrimenti che alternative ci sono? Cerchiamo di rifornirci il più possibile vicino al territorio, per valorizzare le aziende della zona e per limitare i costi di traporto, che sono raddoppiati. Cerchiamo di lasciare invariati i prezzi senza intaccare la qualità, ma i clienti diminuiscono e chi viene comunque a trovarci compra meno. In questi giorni parliamo delle visite ai cimiteri, ma il tema riguarda tutto l’anno. In passato il 31 ottobre era una giornata di grande lavoro, questa volta no. Vedete tutte quelle piantine esposte fuori? Non era mai successo che di questi tempi ce ne restassero così tante".

La pensa allo stesso modo Orietta Pasini di Fiorilandia: "E’ raddoppiato il costo di tutto, anche dei lumini votivi. E i cesenati si adeguano comprando sempre meno. La situazione dura da mesi e di spiragli per essere ottimisti nel breve termine se ne vedono pochi. Anche perché sono le abitudini a cambiare: le visite ai defunti, per i motivi più svariati, stanno diminuendo, le giovani generazioni sembrano meno interessate. E dunque il risultato sono tombe impolverate, con fiori secchi lasciati da un anno all’altro. C’è chi dice che il cimitero mette tristezza: non è certamente un luogo dove andare a divertirsi, ma dove rendere omaggio ai propri cari. Il rispetto, la riconoscenza e l’affetto, così come il respiro della quiete del luogo, sono valori che non dovrebbero perdersi".

Popa Neta di ‘Cesena in Fiore’ non usa mezzi termini: "I clienti si sono dimezzati: abbiamo mantenuto quelli storici che vengono a trovarci durante tutto l’anno, ma il numero di quelli occasionali si è drasticamente ridotto. Il 30 e il 31 ottobre abbiamo lavorato come e fosse una semplice domenica di un qualunque periodo dell’anno e non la vigilia del primo novembre. Il tema è semplice: di questo passo, non riusciremo a sopravvivere. Il problema riguarda i costi e i budget delle famiglie, è chiaro. Le conferme arrivano guardano lo stato in cui si trovano tante tombe del cimitero, decisamente più spoglie rispetto al passato. Anche in questi giorni".

Una ventata di ottimismo arriva invece dalla rivendita gestita dalla cooperativa Cils: "E’ vero che gli acquisti sono diminuiti, ma i clienti restano, soprattutto di questi tempi. Andare a salutare i propri morti resta un gesto importante per molti, ma come in tutti i settori, anche in quello dei fiori, prima di spendere, si presta maggiore attenzione. E’ legittimo se non doveroso. Ne abbiamo preso atto e ci siamo adeguati alle richieste dei clienti, spostandoci su proposte più economiche ma comunque di qualità, in grado di andare incontro alle nuove richieste".