Dichiarazione redditi, i più ricchi a Cesena e i più poveri a Premilcuore e Borghi

Sono 2.320 i nullatenenti in tutta la provincia, concentrati nelle città. Quasi duemila i Paperoni

La spesa in un supermercato (foto di repertorio)

La spesa in un supermercato (foto di repertorio)

Forlì e Cesena, 13 maggio 2019 - Sei miliardi e 178milioni, euro più, euro meno. È quanto hanno generato gli abitanti della nostra provincia con il loro lavoro (e le loro pensioni) nel corso del 2018, stando ai dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze sulle dichiarazioni dei redditi. Il totale, nel 2017 era stato di 6 miliardi e 160milioni: 18 milioni di euro in meno. Il che vuole dire, su scala provinciale, che siamo più ricchi dello 0,3%.

Poi, ovvio, ci sono le differenze. Che emergono chiare quando, anziché alla somma di tutte le dichiarazioni dei redditi presentate si guarda al reddito medio per contribuente, comune per comune. Per dire: a un anno di distanza i cesenati sono rimasti pressoché ricchi uguale, avendo presentato nel 2018 dichiarazioni medie di tre euro in più in tasca per ciascuno, pari a un inesistente 0,01%. Ai forlivesi è andata peggio: il loro 730 medio nel 2018 è calato di 223 euro in meno a famiglia in un anno, pari a un -1,02%.

Se poi lasciamo da parte i comuni capoluogo per guardare alla provincia, il calo è generalizzato. In un anno sono tutti più poveri, chi più o chi meno, con il picco massimo a Premilcuore, dove il reddito medio per famiglia è calato di quasi mille euro in un anno (-5,61%) passando dai 16.706 euro del 2017 ai 15.784 euro dello scorso anno. Stessa pessima performance a Dovadola (-5,06%) mentre non ride neppure il mare, con i cesenaticensi diventati più poveri di 630 a nucleo familiare in un anno (-3,46%), passando da 18.204 euro annui dichiarati nel 2017 ai 17.574 del 2018.

Dall’altro lato della bilancia sono sette i comuni che portano il conto totale in positivo. In cima Longiano, che ha guadagnato reddito per un 1,52% in un anno, anche se poi i suoi cittadini non sono diventati poi molto più ricchi degli altri: a fine anno mettono in tasca di media 20.390 euro a nucleo familiare (306 euro in più dell’anno scorso), seguiti dai galeatesi: +1,23% anno scorso, pur con una dichiarazione dei redditi media di 18.881 (230 euro in più ciascuno in un anno).

Più ricco, di media, è chi vive in città: i cesenati con 21.779 euro all’anno a famiglia e forlivesi con stato 21.629 euro, contro i 15.437 degli abitanti di Borghi, fanalino di coda in provincia, in compagnia di quelli di Portico e San Benedetto, Premilcuore e Verghereto, dove i redditi annui medi dichiarati non arrivano comunque a 16mila euro.

La povertà si annida infine nella distribuzione dei soldi: di quei 6 miliardi e 178 milioni di euro generati nel 2018 in tutta la provincia da una platea di 304mila nuclei familiari che fanno denuncia dei redditi, sono ancora 2.320, troppi (lo 0,76% delle famiglie totali), coloro i quali dichiarano zero o meno di zero, più concentrati ovviamente nei comuni più popolosi: 568 famiglie a Forlì, 524 a Cesena, 245 a Cesenatico e 123 a Savignano.

Stessa distribuzione per i 1.979 ‘paperoni’ che nel 2019 hanno dichiarato più di 120mila euro: 705 sono a Forlì, 629 a Cesena, 117 a Cesenatico, 82 a Savignano, 53 a Bertinoro e 49 a San Mauro. Sono, in totale, uno 0,68% della popolazione e nel 2018 hanno portato a casa il 6,74% del reddito complessivo della provincia. Resta quel 19,25% che porta a casa tra i 26mila e i 55mila euro all’anno e poi la fetta più grossa di popolazione, costituita da quel 35,45% di contribuenti che porta a casa tra i 15mila ed i 26mila euro all’anno. Il cosiddetto ceto medio, sempre citato, benché più povero di un tempo.