Gruppo Trevi Cesena, ritirato il ricorso contro il Cda

Stop al procedimento che opponeva la famiglia ai fondi d’investimento. Via alla ricapitalizzazione da 130 milioni di euro

Accordo definitivo tra la famiglia e i fondi d’investimento

Accordo definitivo tra la famiglia e i fondi d’investimento

Cesena, 2 novembre 2019 - Davanti ai giudici del Tribunale delle imprese di Bologna è andato in scena l’ultimo atto della contrapposizione fra la famiglia Trevisani e i fondi di investimento (Fsi che fa capo a Cassa Depositi e Prestiti, e Polaris) che governano il Gruppo Trevi in vista della ricapitalizzazione che li porterà a detenere la maggioranza del capitale azionario assieme alle banche che hanno accettato di convertire in azioni una parte dei crediti nei confronti della società che hanno ormai oltrepassato i settecento milioni di euro.

Infatti Trevi Holding, la finanziaria della famiglia Trevisani che detiene il 32 per cento del capitale azionario, ha ritirato il ricorso che aveva presentato nel luglio scorso al Tribunale di Bologna per chiedere l’annullamento di tutti gli atti che avevano portato al ‘ribaltone’ mettendo in minoranza la famiglia nel consiglio d’amministrazione, e per ottenere la nomina di un amministratore giudiziale. I giudici bolognesi hanno quindi dichiarato estinto il procedimento.  L’epilogo della travagliata vicenda dello storico gruppo industriale cesenate era previsto da tempo, dopo il raggiungimento dell’accordo che aveva visto attribuire alla famiglia Trevisani due posti nel recente rinnovo del consiglio d’amministrazione, con la permanenza di Cesare Trevisani alla vice presidenza e di Stefano Trevisani come consigliere, mentre Davide Trevisani è stato nominato presidente onorario.

Per questo la quotazione in Borsa (aperta anche ieri) del titolo Trevifin non ha registrato scossoni chiudendo poco sopra i 25 centesimi con un progresso dello 0,6% rispetto a giovedì. Ora la strada è spianata verso l’aumento di capitale da 130 milioni di euro che porterà fondi e banche a controllare la maggioranza della società e alla cessione al gruppo indiano Meil le attività del settore petrolifero (Drillmec di Piacenza e la venezuelana Petreven) valutate 140 milioni di euro dopo il ripianamento dei debiti.

Intanto, l’indebitamento complessivo del Gruppo Trevi continua a lievitare: a fine settembre 2019 è arrivato alla soglia dei 750 milioni di euro, con un incremento di 13 milioni rispetto a trenta giorni prima. Il dato viene reso noto mensilmente su richiesta della Consob in quanto le azioni Trevifin sono quotate alla Borsa di Milano. Il forte indebitamento, però, non sta creando problemi con i fornitori delle società operative del gruppo che recentemente hanno ricevuto nuova finanza dalle banche per consentire la normale operatività in vista dell’aumento di capitale che dovrebbe riequilibrare la situazione finanziaria del Gruppo Trevi.