Pesche e nettarine, crollano produzione e prezzi

Stagione negativa dovuta anche al calo della produzione danneggiata dalla cimice asiatica

Coltivazione di pesche nettarine di Romagna

Coltivazione di pesche nettarine di Romagna

Cesena, 17 agosto 2019 - E' un'annata nerissima per le pesche, una delle colture più diffuse del nostro territorio. Per i produttori la perdita media si aggira attorno al 30-40% secondo Confagricoltura che paventa il rischio di un abbandono della produzione se non verranno attuate azioni di supporto alle aziende.

«In un anno i prezzi delle pesche – racconta il vice-presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Emilia Romagna, Nicola Servadei – si sono pressoché dimezzati passando da 45-60 a 20-28 centesimi al chilo mentre quelli delle nettarine da 47-60 a 30-38 centesimi, con costi di produzione non inferiori a 60 cent al chilo».

Allo scenario piuttosto nero bisogna aggiungere anche il calo della produzione lorda vendibile dovuto ai danni da cimice asiatica e batteriosi oltre che agli effetti di eventi meteorologici eccezionali quali grandinate e trombe d’aria (uno scarto di produzione stimato all’incirca tra il 20 e il 25 per cento). Quasi un terzo della produzione italiana di pesche e nettarine proviene dall’Emilia-Romagna, ma il trend quantitativo è in caduta libera da almeno due anni.

Nel 2018 la produzione regionale di pesche è stata di 103.600 tonnellate (- 11,5% sul 2017); quella delle nettarine di 168.200 tonnellate (- 5,2%). «Una crisi di mercato senza precedenti che richiede immediate misure d’emergenza (tra cui la sospensione dei mutui; la sospensione del pagamento dei contributi Inps oltre a sgravi previdenziali e fiscali); che invoca correttivi ai piani produttivi e alla programmazione dell’offerta. In sintesi, non è più prorogabile l’attuazione di un piano frutticolo nazionale suddiviso per comparto e areale. È sempre più costoso e difficile puntare sulla frutticoltura di qualità a causa soprattutto dei cambiamenti climatici (aumento di fitopatie e insetti killer), eppure sembra essere l’unica via d’uscita. Infatti chi è riuscito a produrre nettarine del calibro “AA” ha spuntato quotazioni di gran lunga superiori pari a 62-70 cent/chilo», spiega Servadei.

Hanno subito sostanziali ribassi pure i prezzi delle albicocche e delle susine. Le prime sono scese nell’anno da 70 a 50-60 cent/chilo e le seconde da 33-48 a 20-30 cent/chilo. Intanto ci si prepara a contare i danni delle eccessive piogge di maggio anche sulle produzioni di kiwi.

Confagricoltura prevede un calo di rese e un calibro inferiore del frutto che sono da attribuire alla scarsa impollinazione nella fase di fioritura. In Emilia-Romagna parlano ci sono 20.000 aziende attive sul territorio e di 200.000 addetti impiegati nell’aggregato agroindustriale; una superficie totale di 104.000 ettari (il 10% della Sau regionale); una PLV di 1.151 miliardi di euro pari al 25% della PLV agricola regionale (4.800 M€) e che rappresenta il 12% della PLV ortofrutticola nazionale.