"Pos, commissioni care"

Pubblici esercizi e tabaccai di Cesena sull’utilizzo del bancomat. "Comodo e sempre più frequente, ma le banche abbassino i costi a nostro carico"

Cesena, 8 dicembre 2022 "Quanto le devo?". "Un euro e venti". "Pagherei col bancomat".

Dialogo quotidiano al bancone del baR, scandito non tanto dalla pretesa di veder concludere una transazione fiscalmente tracciabile, quanto piuttosto dalla praticità di non perdersi in una selva di monete e monetine.

La barista dello Zampanò con il pos del locale
La barista dello Zampanò con il pos del locale

Perché ormai anche dalle nostre parti il pagamento elettronico si sta consolidando come un’abitudine alla quale è difficile, se non fuori luogo, provare a opporsi. Anche adesso, ai tempi in cui nei palazzi governativi si discute se e come modificare le disposizioni in termini di utilizzo del pos, concedendo il diritto all’uso dei contanti per pagamenti fino a 60 euro.

"Da parte nostra - chiarisce Gianni La Donna del Caffeina - abbiamo sempre accettato i pagamenti col bancomat, perché ormai questo è diventato un servizio imprescindibile. Accade quotidianamente che si paghi il caffè col bancomat: i clienti vanno rispettati e agevolati, soprattutto ora, dopo che fino alle scorse settimane le disposizioni erano diverse. Cosa dovrei fare? Stare lì a spiegare l’evolvere delle normative? Andiamo... Piuttosto sarebbe giusto che le banche rivedessero le loro politiche sui costi legati all’uso del dispositivo e alla percentuale sulle transazioni. Perché a pagare non possono essere sempre gli stessi".

Discorso analogo allo Zampanò: "Clienti che chiedono il caffè e lo pagano con la carta si vedono costantemente. Soprattutto i giovani e gli stranieri. Spesso vengono a trovarci ragazzi che sono qui in Erasmus, che utilizzano in maniera praticamente esclusiva le carte. E come loro fanno in tanti. Non abbiamo mai detto di no a un pagamento elettronico e continueremo su questa strada, a prescindere da eventuali cambiamenti delle leggi".

Cesena città di bar . Passeggiando per il centro, esci da un locale, entri in un altro. E riguardo al tema in questione, si fa presto a rendersi conto che il pensiero è largamente condiviso.

"Anche noi - riprende Matteo Cieri del bar Amor - fin da quando abbiamo aperto non abbiamo mai rifiutato pagamenti con carte o bancomat. Bisogna partire dal fatto che il mondo è questo e l’uso del contante si sta per forza di cose riducendo. Non è una questione di leggi, ma di abitudini. E in ballo di certo non ci sono questioni fiscali. Da entrambe le parti. Pensate forse che un esercente che volesse evitare di segnalare una transazione, rischierebbe serie conseguenze per un importo di un euro? Il fatto dirimente è che la moneta elettronica è più comoda e su questo non ci piove. In altre zone d’Italia abbiamo addirittura visto bar nei quali il personale è al lavoro dietro al bancone, accoglie i clienti e li serve al meglio, demandando poi il pagamento a un sistema automatico".

"Proprio perché i tempi sono cambiati - rilancia Marco Gobbi di Babbi Caffé - serve che si prenda atto di un contesto nel quale il pagamento digitale è la normalità. Da parte nostra accettiamo sempre le carte, ma anche gli istituti di credito dovrebbero rendersi conto che il sistema dei costi che cadono sugli operatori deve essere rivisto. Con Satispay per esempio i bassi importi non prevedono commissioni".

Il cerchio lo chiude Fabrizio Zandoli della tabaccheria di piazza della Libertà: "I tabaccai sono esentati dall’obbligo del pos. Io lo tengo comunque perché per certi acquisti capisco che per i clienti possa essere comodo. D’altra parte però nei settori come quello dei bolli per esempio, dove il margine di guadagno è già all’osso, non riesco a permettermi ulteriori costi".