Quota 100, a Cesena assalto a Inps e patronati

Decine di domande, ma regna l’incertezza

Un lavoratore a colloquio su quota 100 (foto di repertorio Newpress)

Un lavoratore a colloquio su quota 100 (foto di repertorio Newpress)

Cesena 31 gennaio 2018 - Le sedi dell’Inps e quelle dei diversi patronati del territorio sin dalla mattinata di lunedì 29 gennaio sono state assalite da persone che ritengono di avere tutti i requisiti per poter presentare le domande per Quota 100 e per gli altri canali di uscita dal lavoro contenuti nel testo della Manovra. Tra lunedì e martedì l’Inps provinciale, che ha provveduto a rendere disponibile il servizio di acquisizione delle domande online, ha registrato le prime 44 domande a cui si sommano quelle presentate ai patronati. Più di quattro solo nelle prima giornata sono state consegnate agli uffici Inas Cisl di Cesena con non poche prenotazioni.

C’è fermento da settimane, ma negli ultimi giorni c’è stato il boom. Nel giro di un’ora lunedì sono state inoltrate 4 domande. Stiamo cercando di creare una corsia preferenziale a questo tipo di pratiche”. Incredulo Lorenzo Martini, responsabile dell’Inas Cisl Cesena, che spiega come ad alcune persone gli operatori abbiano dovuto dare anche notizie negative sull’esito non essendoci i presupposti per la richiesta. A presentarsi dipendenti pubblici e privati ma anche gli autonomi che per legge dovrebbero chiudere l’attività. “Prevediamo tante domande – spiega anche Enrico Gardini, responsabile Forlì-Cesena – i numeri sono alti. Queste mattine fissiamo appuntamenti di continuo”.

Una delle perplessità manifestate agli sportelli dei patronati ha a che vedere proprio con la chiusura dell’attività. “Chi ha collaborazioni o attività dovrebbe chiuderle. Quest’obbligo lascia dubbi. Incertezze anche sul conto dei soldi che riceveranno”. Barbara Righi, responsabile del patronato Ital Uil ha ben chiara la situazione di queste ore nel corso delle quali si sono presentati medici e insegnanti, personale Ata, agricoli. “C’è stata un’affluenza molto variegata. Tra loro donne per l’opzione donna che ci richiedono il conteggio della pensione”, dice. “Pensavamo di avere una situazione più stabile.

Stamattina un medico che ha presentato domanda temeva di non poter più svolgere la libera professione”, ammette l’operatrice Chiara Rossi che spiega come la domanda più comune sia ‘Cosa ci rimetto?’. Coinvolti anche gli stagionali. “I 38 anni sono richiesti quindi devono avere i 35 di effettivo lavoro e almeno tre di disoccupazione. Possono esserci casi in cui non si arriva ai 35 di effettivo lavoro”, continuano Righi e Rossi che nella giornata di ieri hanno preso parte alla video-conferenza Inps per chiarire diversi aspetti ‘in dubbio’ anche per patronati e Caf.

Uno stato febbrile registrato anche dal Caf Cgil. “C’è confusione – confessa il segretario Silla Bucci – in merito alla pensione di cittadinanza e al reddito. Su Quota 100 non hanno pienamente coscienza della materia tanto che un poliziotto vicino alla pensione ha chiesto di poter presentare domanda ma il mondo dell’Arma è escluso per legge”, informa Bucci chiarendo che le aspettative sono tante e che questa opportunità interesserà maggiormente il genere maschile rispetto al femminile.