Gimmi Baldinini: "Le sanzioni alla Russia non mi fanno paura"

L'imprenditore calzaturiero cesenate: "I nostri negozi sono aperti e le vendite aumentano. Ma spero che il conflitto finisca presto: fa male a tutti"

Gimmi Baldinini con un’ospite della finale del concorso di Miss Mosca in Russia

Gimmi Baldinini con un’ospite della finale del concorso di Miss Mosca in Russia

Cesena, 6 aprile 2022 - Non è molto difficile aggirare le sanzioni economiche imposte alla Russia da Unione Europea, Stati Uniti e numerosi altri paesi occidentali. Sia per esportare che per importare beni di vario genere (non strategici) basta fare una triangolazione con un paese che non aderisce al ‘cartello’ occidentale delle sanzioni. Lo sanno bene tanti imprenditori vocati all’esportazione che erano già in difficoltà a causa della pandemia e rischierebbero il colpo di grazia se dovessero perdere il mercato russo.

Magari sono d’accordo nel condannare l’aggressione russa all’Ucraina, ma mettono in primo piano il lavoro loro e dei dipendenti, per cui cercano un referente in uno dei numerosi paesi che non hanno adottato sanzioni contro la Russia come Brasile, India, Cina, Sudafrica, ma anche Siria, Egitto, Turchia, Iran, Iraq, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Pakistan, Serbia, Bosnia-Erzegovina e addirittura l’Ungheria che fa parte dell’Unione Europea. Basta mettersi d’accordo con un’azienda di uno di questi paesi che acquista la merce e la importa, poi la rivende in Russia. Ovviamnte c’è un aggravio sul prezzo.

"Una volta si diceva che tutte le strade portano a Roma – commenta con un sorriso Gimmi Baldinini, imprenditore calzaturiero di San Mauro Pascoli il cui mercato principale è proprio la Russia –, ma oggi potremmo dire che tutte le strade portano a Mosca".

Baldinini, lei ha un centinaio di negozi in Russia, concentrati soprattutto a Mosca e San Pietroburgo. Sono aperti o chiusi?

"Sono tutti aperti – risponde –, non abbiamo mai chiuso. Anzi sto pensando di aprirne altri".

Nonostante la crisi?

"Per la verità a Mosca e nelle altre grandi città della Russia la crisi non si sente".

Come vanno le vendite nei suoi negozi?

"Molto bene, la svalutazione del rublo induce i russi a fare acquisti in modo quasi compulsivo: ogni giorno che aspettano rischiano di pagare un po’ di più il bene che vogliono comprare, per cui c’è una corsa a spendere".

Quali sono i prodotti che vanno per la maggiore?

"L’elenco sarebbe lungo, ma soprattutto elettronica e moda, cioè abiti, calzature e accessori".

Quindi i suoi negozi...

"Vendono più del solito. Ci sono state due settimane eccezionali, ora la situazione si è un po’ calmata".

E in Ucraina?

"Là ci sono 27 negozi con l’insegna Baldinini, ma sono tutti chiusi, c’è la guerra".

Lei è console onorario della Russia, approva la guerra?

"Non è tollerabile che la gente si uccida, qualunque sia il motivo, ma prima di giudicare bisognerebbe informarsi bene: le ragioni e i torti non stanno mai solo da una parte. Nel Sud dell’Ucraina la guerra c’è praticamente dal 2014, spero che finisca al più presto, anche perché dopo ogni guerra c’è una forte ripresa economica: io ho messo piede in Russia quarant’anni fa, il mio stile ha incontrato i loro gusti e sono intenzionato a voglio rimanerci ancora a lungo".

Però i turisti russi che venivano in Italia e facevano spese nei suoi negozi non si vedono più da tempo...

"Purtroppo sì, e a soffrirne è tutto il sistema turistico italiano. Temo che per molto tempo non ne vedremo più: i flussi turistici dalla Russia si indirizzeranno altrove, soprattutto in Turchia dove ci sono strutture all’avanguardia e un’accoglienza ben diversa. Per questo sono già in trattativa per aprire negozi in Turchia, sperando che la guerra finisca in fretta perché fa male a tutti, non solo a ucraini e russi".