
Piero Mongelli davanti all’ingresso del ristorante ’Semplice’ in via Zeffirino Re: il locale era stato aperto nell’autunno del 2021. Domenica 9 marzo sarà l’ultimo giorno di apertura
Cesena, 13 febbraio 2025 – “Ci ho provato, mettendoci tutto me stesso: le competenze maturate in anni di lavoro e il cuore che mi spingeva a lavorare nella città in cui sono nato, Cesena. Una città che ho sempre ritenuto un gioiello. Ma i tempi sono diversi, tante cose sono cambiate e io mi sono dovuto arrendere. Chiudo”. Domenica 9 marzo sarà l’ultimo giorno di apertura del ristorante ‘Semplice’ in via Zeffirino Re. Lo ha annunciato lo stesso titolare Piero Mongelli, che nel farlo non ha nascosto il rammarico per un’avventura che certamente non è andata come auspicava. La saracinesca si abbasserà in effetti circa 3 anni e mezzo dopo l’apertura, avvenuta nell’autunno del 2021.
Mongelli, cos’è mancato?
“Unità di intenti tra operatori commerciali e attenzione della politica al cuore della città, prima di tutto. Vivo a Cervia, ma sono nato a Cesena, ricordavo via Zeffrino Re pullulante di vita e quando si era presentata l’occasione , avevo colto la palla al balzo, pieno di motivazioni. Ma il centro storico si è dimostrato molto diverso da come lo ricordavo”.
Deluso?
“Sono dispiaciuto, sì. Ho provato anche a mettermi in gioco personalmente, forte dell’esperienza che avevo maturato nel corso di 12 anni trascorsi a Cervia, dove tra le altre cose avevo pure organizzato tanti eventi. Qui è andata male, troppe diversità di vendute e di intenti, troppa frammentazione. Il punto è che il centro per vivere ha bisogno di appuntamenti in grado di attirare visitatori. Gli eventi mancano e dunque si sta andando nella direzione opposta, che porta alla morte”.
Di chi è la colpa?
“Non è questione di trovare un capro espiatorio. Semplicemente le cose che secondo me serviva fare, non sono state fatte”.
Qualche esempio?
“Un calendario annuale di eventi, da concordare tutti insieme, esercenti e amministrazione. E da pianificare in anticipo. Ogni mese si può individuare una domenica durante la quale restare tutti aperti organizzando qualcosa di speciale. Per poi rilanciare a dicembre, il mese più importante per commercio”.
I costi sono aumentati, il mercato è diverso. Difficile resistere.
“Ho sentito parlare del problema del caro affitti, che è certamente reale, ma a mio avviso non prioritario. Non credo che il tema riguardi il costo dei ‘muri’ quanto piuttosto cosa si fa per portare gente a entrare nei locali. E su questo, spiace dirlo, l’amministrazione comunale si è confermata troppo distante”.
Si era candidato come consigliere alle elezioni comunali, in opposizione al sindaco uscente.
“Ho provato a entrare in Comune per portare la voce di chi svolge il mio mestiere. E’ impensabile che le idee politiche di una persona possano condizionare le scelte di chi ci deve interagire. Anche a Cervia ero schierato sul fronte opposto di chi governava la città, ma ho sempre avuto un ottimo rapporto di collaborazione per quanto riguarda l’ambito lavorativo. Qui no. E’ un dato di fatto”.
Come è cambiato il centro? “Non serve molto per farsi un’idea: basta una passeggiata. Le vetrine spente continuano ad aumentare, il che rischia seriamente di avviare una spirale di degrado, perché il centro storico è il biglietto da visita della città e per quanto riguarda Cesena la presentazione non è certamente delle migliori. Serve prendere atto che il tema non è soltanto allargare le braccia davanti al commercio online, ma trovare soluzioni concrete da applicare qui, a casa nostra. E ci si potrebbe riuscire, a volerlo fare”.
Ora che farà?
“Torno a Cervia, dove sto per iniziare un nuovo percorso, decisamente interessante. Non rinnego nulla di quello che ho fatto, tanto meno qui: ho messo passione ed entusiasmo in tutto, ho conosciuto persone e ho imparato lezioni. Chiudo una pagina, ne apro un’altra”.