Sergio Rossi venduta ai cinesi di Fosun. L'azienda di scarpe torna in mani straniere

Stamattina l’annuncio della cessione da parte di Investindustrial. Il marchio calzaturiero di San Mauro Pascoli era già stato di proprietà del gruppo Gucci-Kering

riccardo sciutto

riccardo sciutto

San Mauro Pascoli (Forlì-Cesena), 10 giugno 2021 - Sergio Rossi , il celebre marchio di punta del calzaturiero cesenate parlerà cinese. La società simbolo del Made in Italy in realtà, fondata nel 1951 a San Mauro Pascoli da Sergio Rossi, morto lo scorso 3 aprile di coronavirus, era da tempo uscita dalle disponibilità della famiglia fondatrice. Appartenuta a Gucci e poi al fondo italiano Investindustrial, stamattina è stata ceduta ai cinesi di Fosun Fashion Group. Non un parvenu del mondo della moda, va detto: il gruppo Fosun è infatti attivo da oltre trent’anni nella moda di lusso e rappresenta oggi uno dei più grandi conglomerati mondiali di beni di consumo. L’annuncio dell’acquisizione è stato dato stamattina: la Pe Investindustrial, che nei mesi scorsi aveva dato mandato alla banca d'affari Rothschild di valutare la cessione del pacchetto azionario di Sergio Rossi Spa, ha ceduto il 100% della Rossi a Fosun, che già detiene marchi del calibro di BirkenstockWolford, Caruso, St. John e Lanvin . “La transazione - si legge in una nota - è soggetta alla consueta approvazione normativa e si prevede che si chiuderà durante l’estate”. Dopo una nuova parentesi italiana durata soli sei anni, dunque, il marchio calzaturiero sammaurese che ha convinto negli anni e continua ad affascinare con le sue scarpe i più grandi nomi di Hollywood e del jet-set internazionale, torna in mani straniere . Investindustrial l’aveva acquisita nel 2015 dal gruppo Gucci (ora Kering) con un investimento di 100 milioni di euro con un aumento di capitale. Le notizie su un ritorno sul mercato della Sergio Rossi circolavano da tempo secondo Mergermarket i nomi in pole position erano l’azienda svizzera Bally International e gli americani di Marquee Brands. Sergio Rossi ha chiuso il 2019 con un fatturato di 66,5 milioni di euro , un margine operativo lordo di -1,6 milioni di euro e una perdita netta di 15,8 milioni di euro. In perdita anche il 2020, causa pandemia, ma nel 2021 è atteso il pareggio.