Cesenatico, 6 ottobre 2023 – “Giovanni qui c’è il tuo popolo. Grazie per quello che hai fatto, per come lo hai fatto e per come sei stato, un uomo giusto per il bene comune. Ci mancherai. Ciao, Giò”. Non è riuscito a trattenere le lacrime Vasco Errani, l’ex presidente della Regione Emilia Romagna, nel dire addio a Giovanni Bissoni, che era stato suo assessore alla sanità, ma soprattutto suo amico, punto di riferimento di un modo di intendere la politica e in particolare il mondo della sanità pubblica, che ha fatto scuola, nel nostro territorio come in Italia.
Oggi pomeriggio il cortile del Museo della Marineria di Cesenatico ha ospitato le tante persone che hanno voluto dire addio a uno degli uomini simbolo della ‘cosa pubblica’ di questo territorio. In prima fila c’erano anche Romano Prodi e Pierluigi Bersani, seduti con l’attuale presidente della Regione Stefano Bonaccini in mezzo a loro e a due passi dai primi cittadini di Cesenatico Matteo Gozzoli, di Bertinoro Gessica Allegni e di Cesena Enzo Lattuca. Tra i presenti anche i due ex ministri della Sanità Roberto Speranza e Renato Balduzzi. L’omaggio, laico, a Bissoni, è stato guidato da Luciano Natali, ex sindaco di Cesenatico e pure lui profondamente legato a Bissoni. E’ stato letto anche un messaggio del cardinale Matteo Maria Zuppi, che ha citato gli incontri avvenuti tra i due durante la breve ma terribile malattia che non ha lasciato scampo all’ex assessore regionale. Nell'ultima immagine con la quale verrà ricordato, abbinata al suo ricordino funebre, Bissoni sorride di gusto, addentando una medaglia. E’ quella conquistata portando a termine la Maratona di New York, una delle pagine più serene della sua vita personale, fuori dalla politica. Non a caso in effetti le offerte raccolte in queste ore verranno devolute alla fondazione Maratona Alzheimer. “Il contributo di Giovanni – ha commentato commosso Errani, sillabando la parola – è stato determinante. Quando scherzavamo tra noi e nel tentativo di impedirgli di rinunciare al suo ruolo di assessore regionale, gli dicevo che era una ricchezza per l’Emilia Romagna e per tutta l’Italia e che di lui non potevamo fare a meno. Abbozzava, sorridendo e asserendo che lo dicevo solo per convincerlo. No, semplicemente lo dicevo perché era vero. In pochi anni ha radicalmente modificato il nostro sistema sanitario rendendolo un’eccellenza nazionale: fino alla fine si è sempre battuto per tutelare il grande valore del ruolo del ‘pubblico’, aspetto fondamentale per garantire la parità di trattamento a tutti e l’armonica convivenza della comunità”.