Cesena, 11 agosto 2013 - Il vero Rubicone è il “Pisciatello-Urgon”. Con un clamoroso verdetto popolare di 269 voti la giuria del tredicesimo processo del 10 agosto alla Torre di San Mauro Pascoli ha deciso che il Rubicone non è quello che passa da Savignano, come decretato da Mussolini il 4 agosto 1933, ma il fiume che passa da Calisese. Ma, fatto ancora più eclatante, è che al secondo posto con 215 voti si è classificato l’Uso e il Fiumicino, il Rubicone che passa da Savignano, ha avuto solo 173 voti.

Un altro smacco per la città di Savignano che comunque dal dopoguerra in poi non ha fatto nulla per valorizzare il fiume e il ponte, conosciuto e amato in tutto il mondo. Un tribunale quello della Torre, per così dire fittizio, ma che deve comunque fare riflettere chi ha amministrato e chi amministra. Non è possibile vedere un fiume così celebre sempre sporco, pieno d’erba, sopra e sotto il ponte, e con tutt’intorno la desolazione di negozi chiusi.

Ma torniamo al dibattito del processo, organizzato da Sammauroindustria e introdotto dal presidente-sindaco Gianfranco Miro Gori. Il professore Paolo Turroni ha difeso il Pisciatello Urgone spalleggiato dall’associazione Pro Rubicone portando argomentazioni storiche e demolendo la veridicità di documenti come la Tabula Peutingeriana aggiungendo: «Il vero Rubicone è quello che passa da Calisese e si dirige verso Bulgaria. Cesare disse solo che da Ravenna si diresse a Rimini, ma non che attraversò il Rubicone mettendosi in guerra contro Roma. Il nostro Rubicone si chiama prima Urgon e poi Pisciatello. Mussolini disse che quello era il Rubicone per fare un favore al podestà Di Bagno. Savignano sta sul Rubicone per volontà di Mussolini, noi sul Rubicone per volontà della storia».

L’archeologa riminese Cristina Ravara Montebelli ha difeso l’Uso perché i riminesi lo hanno sempre considerato il vero Rubicone e ha continuato: «Che il Rubicone è l’Uso lo dimostrano il grande ponte romano di San Vito, una scritta che il parroco nel 1750 fece affiggere accanto al fiume dicendo che quello era il Rubicone e poi una pietra miliaria trovata nel 1949 e datata 2 a. C. con la scritta 7 miglia da Rimini».

Giancarlo Mazzuca, direttore de Il Giorno, ha strenuamente difeso il Fiumicino: «La Tabula Peutingeriana del XIII secolo che riporta gli itinerari delle strade del III e IV secolo, rileva con certezza che il vero Rubicone è quello che attraversa Savignano. Secondo la Tabula Peutingeriana il Rubicone è distante dodici miglia da Rimini, sulla via Emilia. Finisce così, con esattezza, per delimitare la zona dove c’è il Fiumicino. Federico Fellini e Tonino Guerra hanno sempre affermato che il Rubicone è quello che passa da Savignano. E lo scrisse anche il Times nel 1932, un anno prima di Mussolini». Poi il verdetto fra il tripudio generale dei cesenati.

Ha commentato Paolo Turroni: «E’ stata una vittoria che fa luce sulla storia di un piccolo fiume dalla grande tradizione. Per il mondo non cambia assolutamente nulla, ma per la Pro Rubicone è stato un successo inseguito da 23 anni». Il sindaco Gianfranco Miro Gori: «San Mauro non c’entra nulla. Non si tratta di un altro schiaffo a Savignano, dopo il nostro no alla fusione. Questo è un gioco e i savignanesi sono nostri amici». Giancarlo Mazzuca: «Non è stato un voto a sorpresa. Lo sapevamo benissimo perché giocavamo nella tana del lupo. Un risultato già scontato. Questa sera ha vinto la Romagna e lo dimostra il fatto dell’interessamento della stampa estera e del Times». Fra il pubbico anche il sindaco di Savignano Elena Battistini: «Anche questa volta abbiamo perso per colpa di San Mauro. Però è un dibattito che rimane aperto. Poi quelli di Calisese sono più organizzati. Noi savignanesi stiamo seduti troppo sugli allori. Bisognerebbe che ci impegnassimo di più per dimostrare chi siamo e chi vogliamo essere e non solo fare chiacchiere da bar. Dovremo curare un po’ di più il Rubicone. Tanti lo vorrebbero e noi che l’abbiamo, dovremmo curarlo un po’ di più».

di Ermanno Pasolini