Sant'Alberico (Cesena), 26 gennaio 2014 - "Sei sereno?", gli chiese Papa Francesco durante il colloquio di pochi giorni fa. "No, sono felice, perché fra poco sarò da Dio" rispose fratel Michele. Fratel Michele Falzone, il 51enne eremita di Sant’Alberico, si è spento ieri pomeriggio nella clinica Toniolo, a Bologna. Era ricoverato nella struttura sanitaria a causa di una malattia letale, il tumore.

Eppure, il frate che aveva scelto le pendici del Fumaiolo per esaudire la sua fede, recentemente si era recato dal Papa portando in dono un quadro di Alberto Angeli di Mercato Saraceno, raffigurante Gesù e Papa Francesco che dialogano seduti su una panchina con accanto San Francesco d’Assisi. Un incontro breve ma di grande significato sia sul piano religioso, sia umano tanto imprevisto quanto straordinario. Originario di Cattolica, dopo essere entrato nei frati minori francescani dell’Emilia Romagna a 22 anni, è stato in molti conventi francescani: in Papua Nuova Guinea, Australia, Stati Uniti, a Bologna presso l’Antoniano e l’Opera padre Marella. Poi, sette anni fa, la scelta di diventare l’eremita di Sant’Alberico sul Monte Fumaiolo.

Lassù, dove sgorga tra i silenzi il fiume Tevere. Lassù, dopo ai visitatori spiegò le ragioni della sua scelta. "Dio non può essere nel frastuono e nell’irrequietezza. Dio è amico del silenzio". Di quel silenzio che culla le riflessioni e la preghiera. Nei tramonti, come nelle notti di gelo. Era febbraio, anno 2012, per tutti l’anno del Nevone. La casupola di sasso dalla quale filtrava un refolo di fumo del camino, era sepolta da una coltre di quattro metri di neve. "Tutto bene", ebbe a dire. Una visione di paradiso, tra tutto quel candore. Fratel Michele era arrivato nel 2006 e la sua unica compagnia, fisica, era un grosso San Bernardo che scondinzolava mansueto nell’aia della piccola casa. L’eremita se ne è andato ieri pomeriggio. Ma se ne è andato con un messaggio di Papa Francesco. "Quando vedrai Dio — disse Bergoglio durante la chiacchierata — parlagli anche di me".