Willie Peyote a Cesena: il primo live dopo il covid. Tutti seduti e doppio turno

Tiene a battesimo il festival 'Acieloaperto'. Si suona alle 20.30 e si replica alle 22.30. "E' strano. Ma ciò che contava era tornare a suonare"

Willie Peyote in concerto a Cesena, primo live post covid (foto Ravaglia)

Willie Peyote in concerto a Cesena, primo live post covid (foto Ravaglia)

Cesena, 19 giugno 2021 - L'istantanea numero uno è vederli dimenarsi felici, illuminati a intermittenza dalle luci del palco, ballare dalla cintola in su, mostrare striscioni e ondeggiare a ritmo, tutti rigorosamente seduti. L'istantanea numero due è allargare il campo, per accorgersi che è ancora pieno giorno, e che quel fascio di luce giallo-arancione immobile a differenza degli altri non è un proiettore bensì il sole.

Buona la prima, in ogni caso: 'Acieloaperto', il festival che ha portato a Cesena negli anni i nomi più importanti del panorama italiano e internazionale, è iniziato anche quest'anno, nonostante tutto. Willie Peyote sul palco ci scherza su: 'strano vedervi seduti', ma 'lo so, lo so, non è una vostra scelta e neanche mia'. Come pure sarà strano due ore dopo, a concerto finito, recuperare l'adrenalina (ci sono riusciti benissimo) e tornare sul palco della Rocca Malatestiana per ricominciare da capo, perché la gente era tanta, il concerto era sold out, e per non lasciare a casa nessuno si è pensato a un secondo turno. Come negli anni Sessanta, ai live dei Beatles o dei Rolling Stonese, quando al pomeriggio arrivavano i teenager accompagnati dalle mamme e dopo cena si replicava per i più grandi.

Seduti o in piedi, in ogni caso, le dinamiche sono sempre le stesse: Willie Peyote, con la band al completo per l'avvio del suo 'ioDegradabile tour' (questa era la prima data), va a mille come se non si avesse mai smesso di fare tournée, scaldando la platea che ondeggia, urla, canta e si dà di gomito, per far finta di pogare. Ogni tanto qualcuno non resiste e si alza in piedi. Raggiunge l'amico due file più in là per il pezzo del cuore, improvvisa un ballo nella corsia centrale, sale sulla sedia con un cartello in mano. In generale, però, nel primo turno, soprattutto all'inizio, prevale il buonsenso. O banalmente la voglia di non perdere più, e per così tanto tempo, la gioia di un concerto dal vivo.

L'organizzazione è impeccabile. Il primo dei due concerti comincia in perfetto orario anche se la gente non è ancora tutta arrivata, perché la tabella di marcia non permette sgarri. Faticoso capire che l'attesa è più lunga del solito e che conviene arrivare prima, visti i controlli. Venti minuti prima dell'inizio la fila fuori dalla Rocca Malatestiana è ancora chilometrica, ma il rush finale è degno di una olimpiade. Distanziamento, prenotazione, inedite maschere pronte ad accompagnare le persone alla sedia. Chi è già passato al di qua delle transenne sorride, felice di un momento ritrovato. Chiara, 23 anni, non vedeva l'ora: "Avevo comprato il biglietto l'anno scorso - spiega -. Sarei stata qui a ballare sotto al palco a giugno del 2020, per festeggiare la fine del lockdown, e invece è passato un altro anno di mascherine e restrizioni". Ma non importa, assicura: "Ormai è passato, adesso siamo qui".

Due ragazze in fila per la birra si riconoscono e si abbracciano poi, quasi in imbarazzo, tornano a distanza di sicurezza. La paura c'è ancora, ma fa il paio con la voglia di recuperare il tempo e il divertimento perduti. I preliminari pre-concerto, in ogni caso, sono ridotti al minimo. C'è il tempo per bere qualcosa, per mangiare, poi la musica dal palco richiama tutti. Alle otto e mezza spaccate Willie Peyote può dare avvio ai suoi decibel. La musica dal vivo è tornata nelle nostre vite, sperando che non sparisca mai più.