Campedelli: "Orgoglioso dei miei ragazzi"

L’ex allenatore della formazione Under 16 e futuro tecnico della neonata Under 18 ripercorre la stagione e la sua lunga carriera

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di Roberto Daltri

Con la formazione under 16 da lui allenata si è fermato alle semifinali nazionali, quando oltretutto la strada pareva poter essere in discesa, ma Nicola Campedelli la prende con lo spirito del tecnico che sa di avere ottenuto dai suoi ragazzi tutto quello che potevano dare. E questa è la miglior soddisfazione che un tecnico può avere. Fra pochi giorni però il tecnico inizierà la nuova esaltante avventura alla guida della formazione Under 18 del Cavalluccio per una stagione che si preannuncia difficile ma molto stimolante.

Nicola Campedelli avevate pareggiato 2-2 sul campo della Pro Sesto poi nel ritorno cosa è successo?

"È successo che come abbiamo sempre fattonel corso di tutto il campionato, abbiamo giocato la nostra partita, abbiamo avuto molte occasioni di sicuro più degli avversari ma non abbiamo segnato. O meglio un gol lo abbiamo segnato, ma ci è stato ingiustamente annullato. Questo, come ho detto dopo ai ragazzi, fa parte di un percorso di crescita e miglioramento".

Quindi facendo un bilancio complessivo della stagione la ritiene positiva?

"Si e dico che sono orgoglioso dei ragazzi che ho allenato. Li ho visti crescere e migliorare come deve essere a questi livelli dove vincere non è la prima priorità, e poi comunque ci siamo tolti delle belle soddisfazioni: abbiamo pareggiato con la Fiorentina, battuto Parma e Perugia che sono squadre di livello superiore, nelle sei partite delle fasi finali abbiamo avuto la partecipazione di tutti i venticinque ragazzi del gruppo e ventuno di loro hanno giocato almeno una partita da titolari".

Nella sua carriera ha avuto varie esperienze. Ha allenato in C2 a Bellaria, è stato il secondo di Apolloni a Parma fino alla serie D con Romagna Centro e Ribelle e infine la Savignanese in Eccellenza. Quanto influisce tutto questo nel suo ruolo di oggi?

"Ho allenato quasi sempre i grandi in effetti. Ho fatto il secondo conoscendo anche la prospettiva di chi fa parte di uno staff e questo conta molto, ma quello che mi spinge prima di tutto è la voglia di migliorare ogni giorno per aiutare chi alleno a crescere e poi la voglia di stare sul campo tutti i giorni. Siamo tanti noi allenatori, non tutti trovano posto quindi se hai la fortuna di allenare devi dare sempre il massimo".

Anche allenando prime squadre si è fatto esperienza su come si gestiscono i più giovani?

"Si a Bellaria per esempio ho avuto Andrea Tabanelli che è arrivato fino alla serie A, peccato solo che abbia avuto qualche guaio fisico di troppo nella sua carriera. Poi ricordo anche Gianluca Turchetta e Riccardo Martinelli che sono state sono soddisfazioni, anche se forse quella più grande è stata aiutare a tornare a certi livelli Manuel Nocciolini. Quando ero alla Ribelle noi abbiamo aiutato lui come lui ha aiutato noi e se stesso dando una svolta alla sua carriera e alla sua vita. Poi infatti ci siamo ritrovati a Parma in serie C".

Tornando alla Under 16 potrebbe cambiare molto la squadra in vista della prossima stagione?

"Questa è una valutazione che spetta alla società, io penso che il gruppo di base potrebbe rimanere visto anche che sono ragazzi validi".

Domanda delicata, quella che riguarda il Campedelli padre oltre che allenatore: quali consigli ha dato a suo figlio Riccardo che gioca nella under 17 allenata da Masolini?

"L’unico consiglio è dare sempre il massimo e ascoltare il proprio allenatore tutto qui perché io non voglio in nessun modo interferire".