Cesena, bisogna resettare tutto E sabato serve il riscatto immediato

La classifica è brutta ma sono state giocate quattro gare e tempo per rifarsi c’è. A patto di iniziare subito

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diDaniele Zandoli

Chi frequenta l’ippodromo sa che ogni tanto un cavallo dimentica di essere un comprimario bolso, sogna di vincere la corsa e rompe, cioè si mette al galoppo e non al trotto. Arriva che gli altri già si gustano la biada, in stalla. Al Cesena succede qualcosa del genere. All’esordio con la Carrarese gioca 70 minuti da prima della classe, sbertuccia gli apuani, ignorando di trovarsi di fronte alla futura capolista, capace di vincere in umiltà e senza strafare quattro match su quattro. Il Manuzzi è troppo bello, ancora pieno di entusiasmo per capire quel messaggio mandato dalla capolista con la doppietta rifilata a una difesa imbarazzante. La vittoria di Rimini ha peggiorato le cose, se possibile, i problemi finiscono sotto il tappeto e tutti ad alimentare il sogno che sia l’alba di un nuovo giorno, quello della resurrezione.

In una settimana invece il Cesena brucia tutta una serie di pie illusioni nate da una campagna acquisti obiettivamente sfarzosa con l’acquisto di gente importante per queste latitudini, messa agli ordini di un tecnico, Mimmo Toscano, dal curriculum vincente, al quale è stato acquistato al mercato estivo persino l’attaccapanni di Villa Silvia. E succede invece che il Cesena sprofonda ai margini della zona retrocessione, non mostra uno straccio di gioco, i suoi attaccanti dai nomi altisonanti segnano col bilancino, il centrocampo non filtra e non costruisce gioco e la difesa becca a ripetizione, vittima anche delle incertezze legate alla vicenda portiere. Un ’capolavoro’ rinascimentale: Toscano in quattro match ha sostanzialmente rovinato la testa di tre portieri, Minelli ha sacrificato il pollice di un piede e forse il contratto contro una panchina, Lewis ha pagato la ’cappella’ con la Torres e Tozzo ha colpe importanti su entrambe le reti fermane. Sabato chi gioca? Boh! Viene in mente ai più catastrofici coi capelli bianchi un Cesena costruito da Edmeo per conquistare dichiaratamente la promozione in A. Si trovò retrocesso dopo una stagione fallimentare. Quel Cesena era zeppo di nomi altisonanti tra cui quello di Massimo Agostini, Alessandro Bianchi e Darione Hubner.

Ora in fondo si sono giocate solo quattro partite e c’è spazio e tempo per tornare a far sognare la Mare. Il Rimini, dopo la batosta nel derby, le ha vinte tutte ed ora è quinto. Quindi non tutto è perduto e siamo solo all’inizio o quasi. Ma Toscano deve darsi una mossa. Nella vergognosa prestazione di Fermo, giustamente fischiata, deve essere stato toccato il fondo e fin da sabato si deve vedere il Cesena che merita la Mare. Nessuno può infatti lamentarsi dell’ambiente o di chissà cosa. Non della stampa, finora molto accomodante. Non dei tifosi, splendidi come al solito da queste parti. Non della società che ha condotto una campagna acquisti sontuosa dai titolari all’ultimo dei rincalzi.

Toscano vede i suoi dalla mattina alla sera per tutta la settimana. Naturalmente nessuno pensa almeno per ora a un’alternanza tecnica, ma sabato il Pontedera deve essere sommerso dalla rabbia di Bianchi e dei suoi poco solerti compagni, preso a pallonate, possibilmente nello specchio della porta. Perché il pubblico di Cesena è sobrio e paziente, ma non è pataca. E chissà come si dice pataca in calabrese.