Cesena e i playoff, ricordi, volti, emozioni Terlizzi, il gol di Ambrogioni, l’errore di Nardi

Negli ultimi 20 anni sono stati tanti gli episodi e le vicende belle e brutte che hanno caratterizzato la post-season dei bianconeri

Facce e storie da playoff, c’è stato di tutto. Per due volte il Cesena è stato promosso: in B a Lumezzane (2003-2004), in A a Latina (2013-2014). Nelle altre cinque occasioni è andata male. Ricordiamo quei momenti attraverso alcuni volti bianconeri.

Christian Terlizzi. Stagione 2002-2003, nella semifinale in C la squadra di Iachini è eliminata dal Pisa. Scandalo all’arena Garibaldi dove l’arbitro, su segnalazione del guardalinee, assegna un calcio di rigore ai toscani (gol di Ambrosi e 1-0 finale) per inesistente fallo di mano dell’aitante difensore che nel saltare tocca non la palla ma la traversa sulla quale rimbalza la sfera. Scoppia il caos, un tifoso bianconero alterato ma innocuo entra in campo sventolando una bandiera, polizia e giocatori di casa lo affrontano, capitan Confalone lo difende. Sei calciatori del Cesena vengono sentiti dalla polizia negli spogliatoi, scattano anche delle denunce. Nel ritorno il Cesena è molle e viene eliminato (1-1).

Riccardo Bocchini. Il carismatico difensore, simbolo del Cesena vincente di Castori (stagione 2003-2004), ha il merito nell’andata della finale playoff con il Lumezzane di tenere in vita al Manuzzi i romagnoli replicando (1-1) a una quindicina di minuti dal termine a Centi. Non segnava mai ma quel sigillo fu fondamentale.

Ambrogioni nella leggenda. Il ritorno 20 giugno 2004 a Lumezzane ha superato anche la storia tra emozioni, maxi rissa, felicità e squalifiche. Risultato in bianco, si va ai supplementari: segna Biserni, pareggia Russo, scoppia il Far West poi al 112’ discesa a sinistra di Cavalli, traversone e di testa Marco Ambrogioni catapulta il Cesena in B. L’arbitro Farina. Stagione 2005-2006, il Cesena di Castori è tosto ma termina l’avventura in semifinale playoff contro il Torino predestinato alla A. Al Manuzzi Salvetti segna su punizione, Longo fa pari, l’arbitro Farina è tutto e solo per gli ospiti. Al Delle Alpi dopo pochi minuti rigore negato ai bianconeri, vince il Toro (1-0) che in finale tra polemiche supererà il Mantova.

L’asso Marilungo. Stagione 2013-14, è l’ultima promozione in A. Marilungo arriva a gennaio reduce da un grave infortunio, si trascina fino ai playoff dove esplode e con tre reti è determinante. In semifinale segna sia nel successo di Modena (0-1) che nel ritorno con i ’Canarini’ (1-1). Poi nella finale interna con il Latina raddoppia la rete di Volta, ma Cesotti all’ultimo minuto mette tutto in discussione. E’ 2-1 per il Cesena che con lo stesso risultato si ripete in terra laziale; a Bruno rispondono Defrel e Cascione su rigore.

Massimo Drago. Stagione 2015-2016 in B, il Cesena di Drago dà spettacolo e vince in casa ma si sgonfia perdendo in trasferta. E’ sesto ma l’organico risulta molto competitivo: Kessiè, Sensi, Caldara, Gomis, Ragusa, Ciano fra i protagonisti. Le speranze sono tante invece nel preliminare è subito ko con lo Spezia (1-2) e ciao. Il tecnico non riesce a fare decollare un potenziale d’alta quota.

Di Gennaro non basta. Stagione 2020-21 in C: superato il Mantova al primo turno, sarebbe sufficiente un pari a domicilio con il Matelica per continuare. Invece accade di tutto (Bortolussi sbaglia un rigore): marchigiani avanti 2-0, poi Davide Di Gennaro fa tutto lui e rimette in sesto gara e qualificazione segnando il pari nel recupero. Palla al centro e il Matelica incredibilmente vince con Balestrero: errori a raffica da Ardizzone alla difesa, compreso Nardi.

Crolla anche Nardi. Un anno fa, nel primo turno della fase nazionale, si conquista (2-1) Monopoli (in rete Caturano, Pierini e Bussaglia); al Manuzzi pare facile invece è ko per 0-3 e l’eliminazione sconcertante: autorete di Baronchelli, il portiere Nardi spesso provvidenziale in quella stagione commette un errore madornale nella ‘costruzione dal basso’ e viene espulso provocando un rigore trasformato dal futuro bianconero Mercadante che poi si ripete sempre dagli undici metri.