di Andrea Baraghini
Bomber si nasce e Simone Corazza, modestamente, lo ’nacque’. Cinque centri in sette presenze, o più precisamente in 485 minuti giocati, ovvero una rete ogni 85 minuti, sono numeri che confermano che il centravanti nato 31 anni fa a Latisana (Udine) il gol ce l’ha nel sangue e che l’avvio rallentato era dovuto solo ad un po’ di ruggine nei muscoli e nulla più.
Non a caso Toscano lo aveva messo in cima alla lista consegnata a Stefanelli per il mercato estivo avendolo già avuto nelle sue esperienze vincenti a Novara (20152016) e a Reggio Calabria (201920). Alla fine è venuto fuori un lungo corteggiamento dovuto al fatto che la lista degli estimatori per l’ex Alessandria era altrettanto lunga.
La voglia di tornare a lavorare con il tecnico con il quale ha vinto tanto e, soprattutto, il contratto triennale triennale, che per un giocatore di 31 anni non è male (solo a King Udoh è stata proposta la stessa scadenza del 2025, ma l’ex Olbia di anni ne ha 25), ha fatto pendere l’ago della bilancia a favore del Cavalluccio e il matrimonio a fine luglio si è celebrato.
Un percorso calcistico, quello di Corazza, iniziato nel Portogruaro dei miracoli, che aveva l’ex bianconero Alfio Pelliccioni come direttore sportivo e che nel 20082009 centrò la storica promozione in B, anche se quell’impresa un Corazza appena diciottenne la visse da gregario. Carriera proseguita poi al Sudtirol e al Novara di Toscano.
Coi piemontesi la promozione e poi l’esordio in B, ma anche il primo grave infortunio, la rottura del legamento crociato(20162017). Un anno di stop poi la ripartenza da Piacenza ancora con i vecchi standard di rendimento prima di un nuovo stop, ancora per il crack del crociato con la carriera messa in serio pericolo. Operazione, riabilitazione e ancora calcio giocato: siamo nel 20192020, Toscano lo vuole a Reggio Calabria e insieme firmano una nuova impresa.
Il resto è storia recente: il passaggio all’Alessandria nel 20202021 e un nuova promozione. Lo scorso anno, in B, le sue 12 reti in cadetteria però non sono bastate a garantire la salvezza ai piemontesi.
In tutto 107 gol tra i professionisti, ma soprattutto una regolarità di rendimento che dimostra che se il fisico regge, bucare la porta avversaria non è un problema. Ci spera di sicuro il Cesena che su di lui ha scommesso per i prossimi tre anni e, al momento, il mattino preannuncia una buonissima giornata.
Parlano i fatti, che per un calciatore si fanno palla al piede. E i fatti dicono che tutte le reti del nuovo arrivato sono state decisive, a partire dal biglietto da visita rifilato al Rimini e chiudendo col sigillo che ha sbancato Reggio. Passando, ovvimante, per il tris servito all’Imolese. Il Fiorenzuola è avvisato. E farebbe bene a preoccuparsi.