Cesena irriconoscibile: ritorna l’allarme

I bianconeri hanno perso due delle ultime tre gare e martedì a Lucca è stata una debacle. Ecco da dove serve ripartire

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di Daniele Zandoli

Diciamo la verità. Nessuno si aspettava una debacle come quella del Cesena a Lucca, nonostante gli avvisi di Toscano alla vigilia. Un capitombolo stile Fermo, di quelli che fanno strabuzzare gli occhi. Anzi più grave di quello rimediato nelle Marche perché allora era un Cesena alla ricerca di se stesso, ancora triste, senza la compattezza mostrata di lì in avanti. Lontano parente del manipolo che ha bastonato quasi tutte le prime in classifica, conquistando il primo posto.

Il risultato più evidente e deprimente per il popolo bianconero è l’avere rovinato in due partite la classifica e quel senso di felicità che ha reso entusiasta la Mare portando oltre diecimila spettatori al Manuzzi. Due sconfitte su tre match non sono un campanello di allarme ma campane che suonano a distesa e avvisano che il giocattolo ha qualche crepa da sistemare in fretta. Anche perché se la sconfitta con l’Ancona era immeritata, quella di Lucca è meritatissima. Tozzo ha fatto bene il suo, gli altri hanno ciccato tutti, persino quegli elementi che ci hanno abituato a fornire prestazioni di altissimo livello, a meritarsi la leadership che si riconosce agli indispensabili, segnatamente De Rose e Saber. Non ci sono alibi. Il campaccio c’era per tutti al pari della stanchezza per gli impegni ravvicinati.

Si può parlare di sfortunata somma di evenienze negative, in particolare per la difesa. Quando alla retroguardia tuttora meno battuta del campionato (assieme a quelle di Fiorenzuola e Siena) togli gente come Ciofi e Prestia, squalificati e sei costretto a inserire gente che non gioca mai come Kontek o reduce da lungo infortunio come Celiento qualche inconveniente te lo devi aspettare. A Lucca la difesa ha ballato, con un briciolo di attenzione in più i toscani avrebbero potuto dilagare.

Inutile gettare la croce sui singoli, è la squadra che ha ciccato di brutto. La ruggine di Celiento è normale dopo mesi passati in infermeria, meno quella dei suoi compagni di reparto. O del centrocampo, apparso stanco e senza il proverbiale spirito di gente poco abituata a fare la bella statuina mentre gli altri vanno a mille. L’attacco infine non è stato in grado di creare lo straccio di una azione pericolosa. Siamo solitamente molto benevoli nei confronti del tecnico, stavolta ha steccato come i suoi. Perché Bumbu non gioca più spesso e più a lungo? Perché continuare a tenere in campo il Bianchi attuale senza dare scampoli a Brambilla? Giocano sempre gli stessi e a lungo andare mostrano la corda. Comunque il turnover lo impone il giudice sportivo: sabato rientrano Ciofi e Prestia, ma saranno squalificati Bianchi e Albertini.