"Cesena, prendiamoci insieme il terzo posto"

Omar Galassi, presidente del Centro Coordinamento Club, carica ed incita la squadra per la volata finale. Come fa in fondo da 40 anni

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di Stefano Benzoni

Come si può classificare, in un’ipotetica scala di amore e passione per i colori del Cesena, il presidente del Centro Coordinamento Club? Se non è il primo, magari in affollata compagnia, il podio lo merita. Lo si capisce e lo si intuisce dal calore, dall’amore che traspare dalle sue sensazioni, dalle sue parole, dal suo vissuto, dal suo essere tifoso bianconero da quando aveva sei o forse sette anni. Omar Galassi, classe 1976, dopo due mandati da vice, nel 2019 è stato eletto presidente del Centro Coordinamento Club e giovedì scorso, trascorso il primo triennio, è stato riconfermato per altri tre anni.

Signor Galassi, come sta il Centro Coordinamento?

"Siamo reduci da un triennio zoppo dovuto alla pandemia e siamo attesi da un triennio importante nel quale, pandemia permettendo, torneremo a vivere di aggregazione, incontri, tifo e passione".

Quest’anno poi festeggerete una ricorrenza speciale

"Infatti il Centro nacque nell’ottobre del 1972, ancor prima di me, e se la situazione lo consentirà e compatibilmente con gli impegni del Cesena, nel mese di settembre, celebreremo i 50 anni di vita e di storia".

Descriva il Centro

"Un gruppo di persone, amici, volontari, innamorati del Cesena composto da 11 Club, per un totale di 1200 iscritti, una goccia nel mare a livello numerico del tifo cesenate, ma in buoni rapporti con tutti e con l’amore e la passione per il Cesena che ci accomuna. Se devo fare un nome che ci rappresenta faccio quello di Agostino Valentini, un ragazzo che è la nostra punta di diamante per quello che fa".

A Montevarchi alla fine avete sostenuto la squadra...

"Il disappunto per la sconfitta e per la brutta prova indubbiamente c’era ma il bene che vogliamo al Cesena va oltre e supera tutto".

Come ha e avete vissuto il fallimento del 2018 e gli anni a seguire?

"Il fallimento l’ho vissuto come una parte di me che se ne stava andando. Sportivamente parlando, una tragedia enorme. Però ricordo il ritorno al Manuzzi e i quasi 700 ad Avezzano, ricordi da brividi e da lacrime".

Oggi non c’è più un presidente romagnolo e cesenate ma due americani

"Ricordo che è stato un romagnolo a farmi fallire e allora, se hanno mezzi e voglia di investire, ben vengano questi americani. Ormai il calcio è diventato un business, inutile sorprendersi. Visto che credo che difficilmente quest’anno andremo in B, per loro il vero banco di prova sarà la prossima stagione. Perché, siamo onesti, la nostra vera dimensione è la serie B, magari con qualche puntata sporadica in A. La C in effetti, anche se ci ha regalato grandi emozioni ci sta un po’ stretta".

Un pensiero per i vecchi soci e per Aiello e Lewis?

"I vecchi soci vanno ringraziati per quello che hanno fatto, perché hanno mantenuto quanto promesso e perché hanno ridato vita al Cesena e al calcio in questa città. I due americani, che abbiamo conosciuto e che ci hanno fatto un’ottima impressione, hanno un compito importante, riportarci in B e magari anche in serie A. E’ giusto dar loro fiducia".

Come vede la lotta per il terzo posto?

"Se a inizio stagione ci avessero detto che a due giornate dalla fine saremmo stati terzi da soli con una partita in casa da giocare, credo che tutti avremmo messo la firma considerando che Modena e Reggiana hanno disputato un campionato a parte. Ora sarebbe un peccato farcelo sfuggire. E allora dobbiamo tutti unirci come gruppo per strappare questo terzo posto con le unghie e con i denti, perché dopo nei playoff..."

Cosa succede?

"Nessuno avrà voglia di venire a giocare a Cesena trovandosi di fronte la spinta del nostro tifo e della Mare. Ora concentriamoci per la Carrarese. Per vincere tutti insieme amando e sostenendo sempre la nostra squadra, il nostro Cesena".