Cesena, Scalabrelli: "Non mi hanno mai cercato"

Il preparatore dei portieri, oggi senza squadra, stupito e dispiaciuto: "Non sapevo veramente nulla di tutta questa vicenda"

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di Stefano Benzoni

"Non sapevo nulla dello striscione fuori dallo stadio, nè della contestazione dei tifosi contro di me. Un qualcosa comunque di inutile perché nessuno del Cesena mi ha mai chiamato per offrirmi un posto, anche se vivo qui da 25 anni, sono disoccupato e mi piacerebbe tornare a svolgere la mia professione in un club importante come quello bianconero".

Cristiano Scalabrelli, classe 1970, toscano da tempo residente in città, preparatore dei portieri oggi senza ingaggio, cerca di fare chiarezza sul putiferio che si è scatenato intorno al suo nome, con tanto di striscione contro di lui fuori dallo stadio prima della gara di Coppa Italia e comunicato della Curva Mare.

Ricapitoliamo un po’ la situazione che si gioca perlopiù su voci e sui ’si dice’, perché di certezze e di ufficialità ad oggi non ce ne sono. Pare che Fulvio Flavoni, il nuovo preparatore dei portieri che ha sostituito Antonioli, non sia più ben visto. Il suo eventuale sostituto potrebbe essere appunto Cristiano Scalabrelli (nella foto quando giocava) che difese la porta bianconera dal 1997 al 2000 e che in giugno ha chiuso un rapporto decennale come preparatore dei portieri della Spal.

Scalabrelli, davvero non sapeva nulla?

"Vivo a Cesena dal 1997, seguo la squadra ma di tutto quanto accaduto non ero a conoscenza".

I tifosi della ’Mare’ hanno reso anche noto un comunicato in cui scrivono che ’Scalabrelli a Cesena non è e non sarà mai il benvenuto’. Perché?

"Mi dispiace veramente molto che venga ancora tirata in ballo la retrocessione del 2000. Bisognerebbe avere la capacità di guardare avanti, essere in generale europei ed internazionali".

Perché non è più alla Spal?

"Credo per lo stesso motivo per cui Antonioli non è più al Cesena: a Ferrara, così come a Cesena, sono cambiate le proprietà e di conseguenza sono cambiati anche gli uomini con un normale avvicendamento in dinamiche che nel mondo dello sport, ma non solo, ci possono stare".

Se il Cesena la dovesse contattare cosa farebbe?

"Sarei onorato se capitasse perché è la squadra della mia città, è una società importante ed ha progetti ambiziosi. Inoltre sono disoccupato e lavorare con e per il Cesena mi farebbe molto piacere. Credo che indipendentemente dal pensiero dei tifosi che vanno rispettati, una società forte debba fare le sue scelte, convinta di quello che fa. E le persone non possono farsi condizionare da una retrocessione avvenuta 22 anni fa".

Che idea si è fatto della questione portieri nel club?

"Li conosco tutti e tre, Lewis, Tozzo e soprattutto Minelli che ho avuto come terzo negli anni della Spal. Premesso che Minelli in campionato non ha ancora giocato, due regole base avendo a che fare con i portieri, a maggior ragione se giovani, sono: dar loro fiducia, avere pazienza e mettere in preventivo comunque qualche errore. Meret, che ho avuto alla Spal, e che è il titolare del Napoli, è un portiere importante, che è diventato tale anche per la fiducia che ha sentito dopo che è sfumato l’acquisto di Navas. Tozzo ha bisogno di tornare ad allenarsi con il gruppo, di stare con la squadra, perché allenarsi da soli va bene, ma entrare in condizione così non è facile. Ma ce la può fare tranquillamente. Poi mi fermo perché non posso parlare di situazioni che non conosco a fondo".