"Cesena, siamo un branco di lupi affamati"

Capellini sta diventando protagonista: "La squadra è in salute, lavoriamo per andare avanti a lungo, ci abbiamo preso gusto"

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di Gianluca Mariotti

Nicola Capellini, nella partita finora più importante dell’anno contro il Mantova c’è stata anche la sua firma.

"Oltre il risultato e il passaggio del turno, abbiamo dimostrato di essere una squadra in salute, in forma. Personalmente sono contento, nell’ultimo mese e mezzo ritengo di aver disputato sempre delle buone prestazioni. Sono felice di essermi guadagnato la possibilità di giocare un playoff da titolare. Tra me e il mister c’è sempre stato un rapporto di rispetto, stima, soprattutto schiettezza. Ho imparato sabato mattina che avrei giocato, però sapevo che il tecnico si era accorto della mia forma fisica".

E’ vero, sta dimostrando un’ottima condizione.

"E’ quello che bisognerebbe sempre fare: allenarsi con la ‘testa’ anche quando si gioca meno. Per aumentare la qualità degli allenamenti personali e di squadra. Nella sfortuna dell’espulsione di Steffè a Ravenna e del risultato negativo a fine primo tempo, ho avuto la mia occasione e l’ho sfruttata al meglio".

Sul campo il binomio con Di Gennaro sembra funzionare molto bene.

"Avere al fianco un giocatore di quella qualità, rende tutto più facile. Si prende delle responsabilità, chiama le giocate. Nella mia carriera ho sempre fatto un po’ da gregario, farlo per chi ti aiuta a vincere le partite è solo un piacere".

Contro il Mantova è stato evidente come i giocatori esperti, tra i quali lei, abbiano dato qualcosa in più.

"E’ così nella realtà dei fatti. Sono sfide emotive. In una partita secca come quella con il Mantova o quella che sarà con Triestina oppure Matelica l’aspetto tecnico diventa relativo, le squadre ai playoff si equivalgono, contano l’aspetto emotivo, la personalità, l’intelligenza tattica. Sono gare che non hanno niente a che vedere con la regular season, averle già giocate e possedere esperienza aiuta".

Il gol alla Sambenedettese è stato il più bello di carriera? "Come emozioni è quello che ho cercato di più. Con il Cesena avevo già segnato in serie D, nella successiva poule scudetto, in Coppa Italia di C, ma nei professionisti mi mancava. Sono tre anni che gioco con frequenza in bianconero, mi piacerebbe davvero arrivare alle 100 presenze con questa maglia (ora in prima squadra sono complessivamente 83 ndr). Il gol alla Sambenedettese vale tanto anche perché è stato quello che ci ha portato ufficialmente ai playoff". Un anno fa la stagione è iniziata per lei con la lunga attesa della chiamata per la conferma, oggi dopo averla disputata quasi tutta si può dire che è la più rappresentativa dell’avventura a Cesena?

"Sì, anche perché l’anno della D non lo conto. In stagione 25 presenze, ho avuto la fortuna di fare gol, tanti punti con la squadra. Sono soddisfatto. Poi è normale, conta come si finisce. Quindi spero proprio di finire il più tardi possibile e di giocare altre partite: ce lo meriteremmo tutti".

Questa settimana d’attesa fa male?

"E’ qualcosa di assurdo, siamo in ballo da 38 partite, da fine settembre, passi il primo turno, hai un programma basato sul giocare ogni tre giorni e ti senti dire: forse giochi domenica, no poi mercoledì, forse in trasferta, forse in casa. Un aspetto positivo può esserci: stiamo ricaricando le pile".

Meglio Triestina o Matelica? "Sono partite secche, talmente strane, una vale l’altra davvero. E’ normale che giocare in casa, con due risultati a favore, sia un beneficio, ma siamo pronti ad andare a Trieste".

Qual è la forza del Cesena? "Un mio allenatore, Loris Baldi, diceva: ‘La forza del lupo sta nel branco, ma la forza del branco sta nel lupo". Noi abbiamo i nostri lupi, un gruppo che nelle difficoltà emerge sempre. Speriamo che la stagione finisca più tardi possibile, perché ci sta dando proprio gusto".