"Cesena, stai tornando grande col vivaio"

Manuzzi, ex presidente del settore giovanile, si gode gli straordinari risultati ottenuti: "Sono il frutto di impegno e programmazione"

di Daniele Zandoli

Aurelio Manuzzi è stato presidente del settore giovanile del Cesena fino a febbraio, quando ha rassegnato le dimissioni. Fa parte del vecchio manipolo di soci che hanno lasciato il posto agli americani.

Manuzzi, allora il 40 per cento lo vendete o no agli americani?

"Si sta procedendo, ci sono dinamiche di cui tenere conto, c’è una trattativa in corso, vediamo".

Il Cesena intanto sta galoppando, almeno a livello giovanile.

"E’ la punta dell’iceberg grazie al grande lavoro di Matteo Mariani, Davor Jozic, Filippo Biondi e di tanti che si sacrificano ogni giorno per il bene dei nostri ragazzi".

Dica la verità, ha un po’ di nostalgia?

"Quell’ambiente mi manca, ma non si può stare sotto pressione dalla mattina alla sera. Ero immerso in mille necessità che dovevo affiancare alla mia professione. Avevo già avvisato i presidenti americani della necessità di staccare e l’ho fatto, ho lasciato il testimone ad altri. Resto presidente della Accademia Calcio Cesena che segue i più piccoli, i bimbi del territorio, quest’anno i nati dal 2010 al 2017".

I risultati sono stati straordinari.

"Straordinari è la parola giusta. Il mio compito è terminato a Fermo, con la finale degli under 15, non avevo più un ruolo ufficiale ma ci sono sempre stato ogni volta che i ’miei’ ragazzi hanno avuto bisogno".

Metta in fila tre medaglie al petto, oltre alle vittorie dei campionati di Primavera, under 17 e under 15.

"Dopo il fallimento dovevamo riappacificarci con le società del territorio, il Cesena aveva lasciato debiti con tutte le squadre affiliate, ci ho messo la faccia per far loro capire che ora era una cosa nuova e in un anno e mezzo sono arrivate trenta affiliazioni, un bacino di utenza di 4-5mila ragazzi che il Cesena visiona continuamente".

Questo è il primo punto. Il secondo?

"Ho riallacciato i rapporti con società di serie A, le più importanti in regione che ci hanno ’portato via’ giocatori a zero costo. Occorreva far capire a Bologna e Spal che il Cesena andava rispettato. Mi è stato risposto che quando la Spal fallì il Cesena fece lo stesso. Però sono nate importanti collaborazioni".

Terzo?

"Le società blasonate di A possono prelevare i nostri ragazzi anche prima di poterli vincolare e allora ho chiesto una mano a Sassuolo e Juventus. Alle famiglie dei giocatori veramente forti potevo dire che la Juve li stava tenendo d’occhio. Col Sassuolo ho tessuto rapporti di ottimo livello, gente seria come quelli della Juve. Gli interessava un 2005, Firman, mi dissero che pur potendo non me lo avrebbero portato via senza discuterne con noi, pagandocelo il giusto. Da allora è nato un ottimo rapporto anche con loro".

Infine?

"Infine ho sempre fatto partecipe il consiglio di amministrazione e i soci di ciò che si faceva, trasmettendo la mia passione che è stata travolgente. L’obiettivo era ottenere fondi per rafforzare lo staff del settore giovanile".

Tre squadre campioni di Italia, un successo inaspettato.

"Non ci abbiamo mai pensato. Il risultato nel settore giovanile viene in secondo piano, l’obiettivo è di far crescere giocatori da portare alla prima squadra. Ci eravamo riproposti di portarne tre, siamo arrivati a quattro: Berti, Lepri e i gemelli Shpendi. Anche l’under 16 poi è andata in finale, è stata sfortunata, poteva vincerla”.

La formazione under 18 si farà?

"Con la promozione, la Primavera incontrerà gli ’squadroni’ già forti tecnicamente, non possiamo anche mandare ragazzi con un anno in meno. Sarà un campionato fatto da tutti 2004 con cinque fuori quota 2003. Per il 2005 non ci sarebbe un campionato. Abbiamo una under 17 attuale molto tecnica, magari ragazzi tardivi nello sviluppo ma dalle grandi potenzialità. Faccio un solo esempio, Giovannini, grande tecnica ma ancora esile. In Primavera sarebbero tritati, nell’under 18 qualcuno cresce e Ceccarelli se lo può prendere. E’ importante, altrimenti si rischia di dirottare i migliori cinque o sei in una Primavera in cui non giocheranno mai e gli altri li perdiamo. Sarebbe un peccato. La Primavera deve essere una passerella, magari si retrocede, ma il prossimo anno poi si rivince"-