Cesena, un inizio con ottime percezioni

A parte i risultati ora dal peso irrilevante, sono l’atteggiamento e gioco ad indurre all’ottimismo. E mancano ancora pedine importanti

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di Daniele Zandoli

Il Cesena vince e convince. D’accordo con i soliti perplessi a prescindere, il Forlì è in assemblaggio e militerà in una serie inferiore. Un po’ come era il Cesena a Venezia, però. Di sicuro si può già partire da alcuni presupposti che dovrebbero convincere anche i più riottosi a correre in massa ad abbonarsi perché quest’anno, signori, al Manuzzi ci si divertirà. Poi non sarà facile conquistare la promozione diretta perché un posto solo è una vera e propria lotteria. La storia della Reggiana della scorsa stagione è sintomatica e insegna che non sempre chi merita centra l’obiettivo. Però bisogna provarci, infilandosi se possibile nel ristretto novero di chi ci punta. E il Cesena è a bordo, dato per scontato che poi sarà il campo a dire l’ultima parola a maggio.

Intanto si parte da alcune basi concrete indiscutibili. La prima è la conduzione tecnica. Mimmo Toscano è un personaggio tutto d’un pezzo, forgiato dai duelli rusticani del sud. Ha dato alla squadra nerbo e aggressività, aiutato dai suoi pretoriani infilati nel gruppo a cui offre sostegno a perdifiato per tutto il match. Fin dal primo apparire in Romagna ha chiesto grinta e determinazione, aggressività e pochi fronzoli. Niente partenze dal basso o giochini in orizzontale, ma rasoiate verticali e veementi attacchi negli spazi. Sinora missione compiuta. La squadra prende alla gola l’avversario, gli toglie ossigeno a centrocampo con la verve robusta di Bianchi e Hraiech (alias Saber) e l’intelligenza tattica di Chiarello. Pensate che potrebbe giungere una ’iena’ come De Rose, uno che muore in campo piuttosto di lasciar passare l’avversario. Ai lati partono le rasoiate di Frieser da una parte e di Adamo dall’altra e finisce che quando si conquista palla sulla trequarti sono sette i bianconeri che aggrediscono l’area.

Inoltre il Cesena non prende mai gol. Sinora la porta bianconera è intonsa. D’accordo, Rrapaj non è Lanini, ma neanche il veneziano Aramu, bomber in serie A, è entrato in area. La difesa è robusta e la filosofia del tecnico è primo non prenderle, se si vuole puntare in alto.

Infine l’attacco. Nonostante la grandinata di gol rifilata a chiunque si sia fatto sotto, in pratica l’attacco “titolare” del Cesena non si è ancora visto. In parte per l’infortunio di Corazza, bomber di razza in categoria, in parte perché devono ancora arrivare almeno un paio di punteri del calibro di Ferrante, Magrassi o Minesso. L’esplosione del gioiellino Cristian Shpendi ha nascosto il problema, la determinazione sua e del gemello Stiven sorprende anche i più navigati perchè non sono timidi sbarbatelli ma risoluti a giocarsela con chiunque.

E qui sta un’altra delle caratteristiche che dovrebbero far felici i tifosi della Mare: Cristian è la punta di un iceberg di qualità deciso a mettere in difficoltà Toscano, costringendolo a riconoscere che la nidiata di giovani del vivaio è linfa vitale per l’organico. Gente come Berti, Lepri, Francesconi e i due gemelli meriterebbero spazio. Altrimenti meglio mandarli a maturare dove possono mettere insieme minutaggio. Insomma, se il buongiorno si vede dal mattino le percezioni sono ottime. Le prestazioni ed i risultati (per quanto contino in precampionato) sono eccellenti e mancano ancora elementi che andranno a completare un organico già così competitivo. Manca ancora la corsa ad abbonarsi per riempire il Manuzzi come ai vecchi tempi. Ma su questo Stefanelli e Toscano non possono nulla.