"Cesena, vogliamo fare un salto di qualità"

Massimo Agostini non si sbilancia sui nomi di tecnico e ds, ma lascia intuire che i contatti sono avanzati. E promette una squadra grintosa

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di Daniele Zandoli

Non ci sono i presidenti del Cesena alla prima conferenza post Monopoli. Tocca a Massimo Agostini fare gli onori di casa e cercare di chiarire come si stanno muovendo, senza però far capire come si muovono. Si, perché ci sono ancora contratti da rispettare e i candidati alle cariche di direttore sportivo e allenatore non possono dichiararsi. Un po’ la storia del segreto di Pulcinella. "Siete peggio degli agenti segreti e avete già fatto tutti i nomi dei papabili", ammette senza remore il popolare “Condor” dei bei tempi andati. Naturalmente l’incontro nella pancia dell’Orogel Stadium Manuzzi non può prescindere dall’addio prematuro ai playoff. "E’ passata una settimana, facciamocene una ragione e guardiamo avanti, voltiamo pagina. L’epilogo deve stimolarci ad avere le idee chiare cercando di sbagliare meno possibile le scelte future. Stiamo setacciando varie candidature, qualcosa di interessante c’è".

Quindi è vietato parlare di Domenico Toscano allenatore e di Stefano Stefanelli diesse. "I nomi di direttore sportivo e allenatore non li possiamo fare e non per colpa nostra. Si parte dal direttore- svicola Agostini – deve pensarla come noi e lo stesso tipo di persona guiderà la squadra. Non abbiamo nessuna paura di perdere un treno, ma dobbiamo aspettare chi ancora è impegnato. Noi invece purtroppo da venerdì abbiamo potuto metterci in moto. L’identikit? Cerchiamo gente con tanta voglia di lavorare, conosciuta in categoria e anche in quelle superiori, con idee all’avanguardia, in grado di tessere relazioni con le varie società. Spenderemo per creare qualcosa di importante ma senza scialare, a queste latitudini a volte chi spende tanto non raggiunge i risultati sperati. Prenderemo giocatori giusti per le caratteristiche del mister, stop ai nomi altisonanti e dal grande pedigree. A breve avremo il direttore sportivo, poi l’allenatore e faremo ciò che chiederanno senza paura di non poterlo fare. Comunque vogliamo cercare di portare a casa i migliori profili della categoria".

Con budget faraonico pur senza strafare? "Questo è argomento che affronterete coi presidenti, non tocca a me, io mi occupo della parte tecnica. La disponibilità c’è, servirà a costruire una squadra competitiva".

Lascia intendere che hanno già la lista della spesa, si muovono con contatti stretti, in alcuni casi già in dirittura di arrivo. Naturalmente nella rosa che chiude la stagione al 30 giugno c’è gente che potrebbe essere confermata, una dozzina di giocatori hanno contratti pluriennali, rientrano prestiti (es. Munari) ma anche qui è tutto top secret. "Spetta al nuovo allenatore fare le sue valutazioni in merito, conosce i profili e le scadenze ma anche i fine prestito che potrebbero ancora tornare utili. I giocatori vogliono venire a Cesena, una piazza prestigiosa che non merita la Lega Pro. Anche lo stadio di giovedì coi suoi ottomila e passa spettatori ha offerto uno spettacolo splendido. Sarebbero stati 10-12.000 se avessimo superato il turno".

Ogni tanto però il Condor scivola, è evidente che il candidato ha già apparecchiato anche se manca fisicamente. "Chi arriverà ha fatto pedalare giocatori con profili importanti. Questa è la mentalità che cerchiamo, adatta ai nostri tifosi che vogliono gente determinata in campo e in panchina. Se l’allenatore non ti dà lo spunto per vincere durante la settimana la domenica poi si vince poco". E questo ha tutta l’aria di un sassolino uscito dalla scarpa. "Dal primo luglio inizia un nuovo ciclo dopo aver passato sei mesi a capire. Ora vogliamo fare un salto di qualità per lasciare un segno". Si torna ad Acquapartita per il ritiro, presto inizia la campagna abbonamenti. Infine la chiosa sul campionato passato. "Il terzo posto è valido, a gennaio siamo intervenuti con l’obiettivo di accorciare sulle prime due che a quel punto erano a tre o quattro punti. Invece si sono allontanate di venti. Questo ha fatto diminuire l’autostima della squadra. Un cammino più autorevole nel girone di ritorno avrebbe favorito una carica maggiore ai playoff".