Fabbri: "Tigers, valete i playoff, credeteci"

Parla il vice presidente della squadra cesenate: "Il talento c’è ed è tanto. Penultimi a due punti? Dobbiamo trovare consapevolezza"

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di Luca Ravaglia

Giuseppe Fabbri, vice presidente dei Tigers Cesena, parliamo della squadra?

"Io non parlo, urlo".

Urla di rabbia?

"Scarico l’adrenalina. E parto subito con una ’bomba’".

Sentiamo.

"Siamo una squadra fortissima, forse anche meglio di quella che arrivò in finale di Coppa Italia e di campionato".

Bene le provocazioni, ma non esageri, siete penultimi, con due punti dopo sei giornate.

"Il problema non è il talento, che c’è, credetemi. Il problema è la mancanza di consapevolezza di averlo. I veri Tigers sono quelli visti nella prima parte delle gare di Rimini o del Carisport contro Omegna. Ai playoff faremo vedere i sorci verdi a molti avversari".

A patto di andarci, ai playoff.

"Ci andremo e non lo dico perché devo dirlo o perché mi piacciono le frasi a effetto. Lo dico perché ne sono convinto: questo gruppo ha un potenziale enorme".

Ma non ha più margini di errore.

"Non ci servono, coach Di Lorenzo porterà la squadra dove deve arrivare, è un ottimo allenatore. Ed è il nostro allenatore. Non è mai stato in discussione".

Torniamo alla squadra. Come si cambia la mentalità?

"Col tempo e coi risultati. Questo gruppo è estremamente ‘futuribile’, in prospettiva ne vedo pochi di più attrezzati di noi".

Punti fermi?

"Tanti, abbiamo eccellenze in ogni ruolo. Qualcuno vuole mettere in discussione il talento di Borsato? E di Marini cosa vogliamo dire?".

Che fa pure canestro da tre?

"Buon per lui, ma il meglio di Marini è sotto canestro. Ha una verticalità incredibile, vince tutte le palle a due e dentro l’area ha ben pochi rivali. Poi ci sono tutti gli altri".

Pensa già al prossimo campionato?

"La pallacanestro ci sarà ancora?".

Probabilmente sì. E in ogni caso intanto speriamo che non ci sia più il virus.

"Certo, ma non è solo questione della pandemia. Il mondo dello sport italiano è in una situazione complicatissima: fatta eccezione per le massime serie, dalle altre parti si naviga sempre più a vista. Ormai investire in questo settore significa fare volontariato".

Senza pubblico e con gli introiti ridotti non è facile.

"Spero che cambi qualcosa. Non solo a livello sanitario".

A che pensa?

"Alla risposta della città".

L’ennesimo appello?

"Non sono il papa, non faccio appelli, mi limito alle considerazioni. Vediamo che succederà, a partire dal campo, ovviamente. Anche se in quest’ultimo aspetto ho il quadro già molto ben delineato. Tra un paio di mesi ci sapremo dire chi aveva ragione...".