Il doping nell’ippica: una pratica da tenere sotto controllo

Confronto fra le istituzioni del Ministero delle Politiche. Agricole e le associazioni . all’Ippodromo Capannelle

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L’impegno per contrastare il doping nell’ippica, un fenomeno che non riguarda solo i cavalli, ma anche chi li guida, monta e allena, deve essere comune a tutte le componenti della filiera. È questo il senso del convegno ‘Correre pulito - L’ippica vincente’ organizzato dall’associazione Horse Angels di Cesenatico all’Ippodromo Capannelle di Roma. Presentati da Roberta Ravello, fondatrice e presidente di Horse Angels, e coordinati dal giornalista ippico (e gentleman driver) Luigi Migliaccio, hanno partecipato in rappresentanza delle istituzioni ippiche Sveva Davanzo del Ministero delle politiche agricole e Marco Fidani di Unirelab, il laboratorio analisi antidoping di proprietà del ministero.

Il fenomeno del doping nell’ippica è analogo a quello degli altri sport, ma più complicato perché non riguarda solo l’uomo, ma anche il cavallo-atleta; viene tenuto costantemente sotto controllo con un forte impegno finanziario: solo il costo del personale si aggira sul milione e mezzo di euro all’anno. Nel 2021 i controlli effettuati sono stati 14.287 con 62 positività; la percentuale dello 0,5% è analoga a quella riscontrata negli altri paesi.

Sono state molte le testimonianze e le proposte avanzate dai rappresentanti delle associazioni ippiche che hanno partecipato: dall’installazione di telecamere nelle scuderie ai controlli a cavalli e guidatorifantini all’ingresso in pista per individuare sostanze proibite e stati di alterazione psicofisica, fino alle ispezioni a sorpresa nei centri di allenamento.