Maratona New York 2019, piazzamento di prestigio per il cesenate Del Priore

Il podista cesenate ha corso da infortunato classificandosi quarto tra gli italiani, ottantottesimo uomo: "Alla fine era Dio a spingermi"

Giuseppe Del Priore

Giuseppe Del Priore

Cesena, 5 novembre 2019 - “Alla fine non vedevo più, il dolore era troppo forte . Avevo rallentato, contavo i passi, ma non mollavo. Pensavo alla mia famiglia, che mi aspettava al traguardo. Volevo arrivare, a tutti i costi. Credo che alla fine, negli ultimi chilometri, fosse Dio a spingermi. E così andavo, coi crampi, il menisco lesionato e il dolore ai polpacci. Poi è arrivato il cartello degli ultimi 500 metri e solo allora mi sono reso conto che ce la stavo facendo. Che ce l’avrei fatta“. Il cesenate Giuseppe Del Priore è stato il quarto italiano a tagliare il traguardo della Maratona di New York in 2 ore, 34 minuti e 4 secondi, 88esimo uomo, 103esimo assoluto su oltre 53.000 partecipanti. Nonostante il serio infortunio che aveva messo fortemente a rischio la sua partecipazione. “Dieci giorni fa ho avuto un problema al piede mentre lavoravo – parla dall’altra parte dell’Oceano , a letto, con le gambe doloranti -. E’ stata una cosa tremenda, perché avevo faticato cinque mesi per farmi trovare pronto e in effetti lo ero. Ero certo di poter correre in 2 ore e 28 minuti, alzando di qualche giro di lancette il mio target di 2 ore e 23 - 24, che ho nelle corde su un percorso pianeggiante“. Ma il tracciato di New York è un percorso a ostacoli, condito da 15 chilometri in salita con pendenze che vanno dal 3 al 7% e sferzato dal vento gelido. “È come fare tre volte il giro dei Gessi Grandi . Quando sono andato dal medico, mi ha detto di non partecipare, di andare solo a farmi una vacanza. Sono partito con la mia famiglia e una volta lì l ho deciso di provare lo stesso, sperando che il calore di New York facesse da medicina“. Il calore c’è stato, perché correre nella città che non dorme mai è una magia che solo chi l’ha vissuta può raccontare, ma non è stato abbastanza. Potevo partire tra i top runner , quelli che arrivano sulla linea di partenza poco prima del via, ma per un problema burocratico sono finito in mezzo alle altre griglie, costretto a passare quattro ore, dalle 5.45 alle 9.40 steso su un prato, con la temperatura a 3 o 4 gradi e il freddo che mi entrava nelle ossa. Quando sono partito mi sono trovato davanti una marea di gente, ho provato a spingere, per uscire dal gruppone e per scaldarmi. L’anno scorso era servito, questa volta no. Dopo 25 chilometri sono arrivati i crampi a entrambe le gambe, gli ultimi sette sono stati un inferno. Ho rallentato tanto, è vero, ma sono comunque riuscito a fare due minuti meglio del mio tempo dello scorso anno“. Qualche giorno da turista nella Grande Mela e poi via verso casa, dove lo aspetterà il primo summit con l’allenatore Giorgio Reggiani e Roberto Corbara che lo supporta durante gli allenamenti. “Grazie a tutti loro e anche a Formula Servizi, che aiutandomi nelle spese mi ha permesso di compiere quest’impresa. Che ho già voglia di migliorare. Ho un mese di tempo per rimettermi in forma: a dicembre voglio essere a Valencia o a Reggio Emilia, per un’altra maratona. Voglio le 2 ore e 23 minuti. E me le prenderò“.