Marco Vandelli e il basket, un amore che prosegue e si alimenta anche dopo 40 anni

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di Luca Ravaglia

"Sono in questo mondo da oltre 40 anni e più passa il tempo, più me ne innamoro".

Marco Vandelli e la pallacanestro sono una cosa sola fin dai tempi in cui, da ragazzino, ai tempi del minibasket, nella sua Cesena si era avvinato a un pallone a spicchi. Ora che di anni ne ha 48, dopo una carriera trascorsa vestendo tante maglie e conquistandosi spazi importanti anche in B1, è tornato a essere un punto di riferimento del basket cesenate, vestendo i panni di vice allenatore del Cesena 2005, la squadra di D diretta da Emiliano Solfirizzi e guidando i gruppi dell’Under 19 e della Prima Divisione.

"Ho smesso di giocare dopo la pandemia – racconta Vandelli – ma lontano dal parquet non so starci. Tanto che ora ho pure portato i miei figli. Mi piace dare una mano, confrontarmi coi ragazzi e cercando di trasmettere loro alcune delle ‘lezioni’ che ho imparato nel tempo. Il valore aggiunto è essere a Cesena, in un club che da sempre lavora sui giovani e che proprio grazie ai giovani vuole costruirsi un futuro sempre più importante, che porti la città ad avere una squadra impegnata in campionati di livello".

La passione c’è, i recenti trascorsi dei Tigers in B insegnano che davanti a un piatto ricco e gustoso la tavola (leggi i gradoni del Carisport) si riempie in fretta e gli importanti numeri di un vivaio che conta centinaia di atleti possono garantire un valido incubatore dove far crescere talenti. "Cesena merita riflettori importanti – prosegue Vandelli – e l’intento che abbiamo è costruire un percorso che passo dopo passo consenta di arrivare a quei traguardi. Iinvestendo sul territorio e le sue forze, gettando basi solide che sono imprescindibili per qualunque progetto destinato a durare. Sul potenziale della città i fatti parlando da soli: in campo femminile l’Ahena ha fatto la storia vincendo scudetto e Coppa Campioni e ora anche la nuova Virtus sta facendo benissimo, avendo conquistato la B. Anche il settore maschile ha tutte le potenzialità per lasciare il segno".

Magari col contributo dello stesso Vandelli, che vuole frequentare palestre e spogliatoi ancora a lungo: "La più bella soddisfazione è vedere allenatori e giocatori delle altre squadre che si ricordano di me, venendomi a salutare prima di ogni partita. Non è dovuto, me lo sono conquistato. E ora voglio trasmettere il mio modo di essere e di giocare a chi sta crescendo all’ombra dello stesso canestro contro il quale iniziai a tirare io".